Prada, il corpo comanda

Per la primavera-estate 2026 dedicata alla donna, Miuccia Prada e Raf Simons lavorano sul concetto di libertà: "Collezione è reazione all'incertezza"

L'uscita finale della primavera-estate 2026 womenswear di Prada
L'uscita finale della primavera-estate 2026 womenswear di Prada
25 settembre 2025 | 22.25
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Non più l’abito a dettare le regole ma il corpo a scriverle. Con la collezione ‘Body of Composition’, Miuccia Prada e Raf Simons portano in passerella la loro visione di libertà: il guardaroba smette di essere una gabbia e diventa un’estensione di chi lo indossa. È il corpo a vincere sulla forma, a trasformare i capi in frammenti pronti a ricomporsi ogni volta in modo diverso. Presentata negli spazi di Fondazione Prada a Milano, la primavera/estate 2026 è un luogo di sperimentazione del concetto di libertà. Un atto minuzioso che scompone gonne, top e uniformi per ricomporli come in un puzzle. Jumpsuit workwear diventano look da sera, abiti si rivelano in un modo inedito, e il colore torna protagonista.

“Inevitabilmente, quando creiamo pensiamo al mondo che ci circonda. Il futuro è sconosciuto - dice Miuccia Prada -. Questa collezione nasce come reazione all’incertezza, abiti che possono trasformarsi, cambiare, adattarsi. La moda deve essere flessibile e pronta ai cambiamenti, perché non sappiamo ciò che ci aspetta. Dobbiamo essere sempre pronti per cambiare. Abbiamo filtrato diverse idee: lo scopo era fare vestiti per oggi, contemporanei”. E Raf Simons aggiunge: “Siamo partiti dal senso di libertà che volevamo esprimere attraverso gli abiti. La libertà di combinare elementi diversi, di comporre ma anche una liberazione fisica, allontanandoci dall’idea di moda come imposizione scultorea sul corpo di una donna. Siamo passati all’opposto, all’emancipazione fisica affiancata dalla libertà come stato d’animo”.

In passerella, sulle note di ‘Moments in Love’ di Art of Noise, il corpo detta il ritmo: micro top su gonne multistrato, guanti lunghi in pelle, uniformi e longuette in tulle con bretelle. E ancora giacconi multitasking, casacche di pelle e coverall. Il colore esplode, le strutture si dissolvono: le gonne si sorreggono dalle spalle, le brassière hanno forma ma non costrizione, avvolgendo la figura. “Speriamo sempre di offrire qualcosa di nuovo ma guardare al passato è inevitabile - ammette Raf Simons -. Si inizia a riflettere sul significato dei capi, su cosa rappresentavano e su come rivalutarli oggi. L’uniforme fa parte della storia di Prada: per noi, una donna in uniforme può essere bella, elegante e forte. È una sfida alla gerarchia della percezione. Un modo per liberare le donne da tutto questo”. La collezione vive nel presente e accetta l’incertezza come motore creativo. È un invito a ricomporsi ogni giorno, a essere mutevoli senza mai perdere il proprio baricentro. Se un tempo era la moda a plasmare il corpo, oggi è il corpo a comandare. (di Federica Mochi)

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