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Mondo Rai/appuntamenti e novità

16 novembre 2020 | 20.00
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Giuseppe Fiorello (Ipa/Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Giuseppe Fiorello (Ipa/Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Quarto e ultimo appuntamento con “Gli orologi del diavolo”, la serie tv interpretata da Giuseppe Fiorello, Claudia Pandolfi e Nicole Grimaudo, in onda su Rai1 martedì 17 novembre alle 21.25, che racconta la vicenda realmente accaduta a Gianfranco Franciosi e liberamente ispirata all’omonimo libro. Nel primo episodio, a Madeira, il maltempo ritarda l’operazione e accresce l’ansia e la tensione di Marco che esplode quando scopre che suo padre è in punto di morte e lui non può tornare. Il giorno della partenza arriva. Marco riceve le coordinate per raggiungere Aurelio in pieno oceano. L’operazione congiunta tra Italia e Spagna scatta immediatamente e la nave con quattro tonnellate di droga viene requisita, ma Aurelio riesce a fuggire. Tornato in Italia, Marco assiste alla morte del padre e, pur di sfuggire alla sicura vendetta di Aurelio, è costretto assieme a Messia e ai figli di quest’ultima a finire sotto protezione. Dopo l’ennesimo trasferimento in una nuova località, la crisi tra Messia e Marco esplode. Marco, pur di liberare la donna e la sua famiglia da quella schiavitù, la scaccia fingendo di non amarla più. Solo e, ormai, sull’orlo della follia, viene salvato da Messia che torna per lui. Insieme, decidono di rinunciare alla protezione. Tornati in paese, cercano di vivere una normalità impossibile, circondati dall’affetto dei loro cari. Ma il desiderio di vendetta di Aurelio è forte e capace di spazzare via tutto ciò a cui Marco tiene di più. Solo grazie all’aiuto di Jacopo, suo fratello, Marco riuscirà a salvarsi e a far arrestare Aurelio. L’incubo è finito per sempre. Forse.

Quarto appuntamento con “Il Collegio”, martedì 17 novembre alle 21.20, il docu-reality di Rai 2, che continua ad appassionare un pubblico di giovanissimi under 15, affascinati dalle avventure della Classe 1992 alle prese con le regole di Preside e Professori. Al Collegio inizia una settimana importante, alla fine della quale saranno consegnate le pagelle di metà corso. Solo chi riuscirà a conseguire la media della sufficienza potrà andare avanti e indossare una nuova tenuta: l’ambita giacca rossa. Per alcuni studenti naturalmente la preoccupazione di fallire è alta, soprattutto per i più emotivi. Non mancheranno piacevoli momenti di aggregazione e leggerezza, come quando, per la prima volta, gli studenti saranno impegnati nella realizzazione di un vero e proprio videoclip sulle note della celebre hit di Luca Carboni “Ci vuole un fisico bestiale”. Arriva poi il momento di un’altra esperienza inedita: la classe 1992 uscirà dal Collegio per una gita fuori porta. Meta dell’escursione è la scoperta di Anagni e dello storico palazzo di Bonifacio VIII. Intanto bussano alla porta del Collegio due potenziali nuovi studenti, chi sono?

Martedì 17 novembre, alle 21.20, prosegue il ciclo di Rai4 (canale 21 del digitale terrestre) dedicato al cinema western di Quentin Tarantino con “The Hateful Eight”, personalissima rilettura pulp del mito americano della Frontiera. Candidato a tre premi Oscar e vincitore del premio alla migliore colonna sonora, che è valso ad Ennio Morricone il secondo Oscar, The Hateful Eight racconta la sosta forzata in una locanda di un manipolo di sconosciuti diretti alla città di Red Rock, mentre fuori impazza una tormenta di neve. Tra i diversi ospiti c’è il cacciatore di taglie John Ruth, che deve scortare la sua prigioniera Daisy Domergue fino al patibolo, l’ex soldato Marquis Warren, il nuovo sceriffo di Red Rock Chris Mannix, un boia anch’esso diretto nella stessa città, un misterioso cowboy e un anziano generale confederato. Gira voce, però, che la banda di Daisy sia sulle sue tracce per liberarla, così ognuno degli ospiti della locanda è un potenziale sospettato criminale sotto copertura. Un cast stellare che porta il marchio d.o.c. della “scuderia Tarantino”, formato da Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Tim Roth, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Michael Madsen e Bruce Dern.

Catherine Frot e Catherine Deneuve sono le protagoniste del film di Martin Provost “Quello che so di lei”, in onda martedì 17 novembre alle 21.15 su Rai5. Il film, che Rai5 propone senza interruzioni pubblicitarie e anche in lingua originale, è stato presentato fuori concorso al 67° Festival di Berlino (2017). Claire è un'ostetrica con un'abilità naturale e il tocco più delicato per far nascere i bambini. Con il passare del tempo, però, i suoi modi delicati, il suo senso di orgoglio e di responsabilità iniziano a scontrarsi con i metodi più efficienti dei moderni ospedali. Così, giunta ormai alla fine della sua carriera, Claire comincia a mettere in discussione il proprio ruolo e le sue abilità. Poi, un giorno, la donna riceve una strana telefonata, una voce dal passato. Si tratta di Béatrice, la stravagante e frivola amante del suo defunto padre, sparita senza lasciare traccia trent'anni prima. Quest'ultima ha importanti e urgenti notizie per lei e vuole rivederla. Così, la ipercoscienziosa Claire e lo spirito libero, amante della vita Béatrice impareranno ad accettarsi l'un l'altra e, rivelandosi vecchi segreti, recupereranno gli anni perduti.

Johanna Pasquali, interpretata da Alice Pol, è una poliziotta maldestra con un sogno nel cassetto: essere la prima donna ad entrare a far parte della squadra d’assalto speciale R.A.I.D. È lei la protagonista del film, diretto e interpretato dal re della commedia francese Dany Boon, “Una poliziotta fuori di testa” in onda in prima visione su Rai Premium (canale 25 del digitale terrestre) martedì 17 novembre in prima serata alle 21.20. Nonostante venga scartata alle selezioni per ben due volte, Johanna riesce finalmente ad entrare nella scuola d’addestramento grazie alla raccomandazione del padre, Ministro degli Interni. Johanna si ritrova così al centro di un’operazione anti-terrorista e, con la sua goffaggine, diventerà inaspettatamente una minaccia per i criminali, oltre che per la gente e per i suoi colleghi. Nel cast anche Michel Blanc, Yvan Attal, Sabine Azéma, Patrick Mille, François Levantal, Anne Marivin e Urbain Cancelier.

Federico Caffè è stato uno dei più importanti economisti della seconda metà del Novecento. Un economista che non guardava solo ai numeri, ma aveva a cuore il benessere delle persone, un “riformista umanista” che ha sempre auspicato il prevalere delle idee sugli interessi e pensato una società nel segno dell’equità. È lui il protagonista del nuovo appuntamento con “Italiani”, introdotto da Paolo Mieli, in onda in prima visione martedì 17 novembre alle 22.10 su Rai Storia. Nato a Pescara nel 1914 si laurea a Roma e alla fine della guerra collabora con Meuccio Ruini, ministro per la Ricostruzione del governo Parri. Fondamentale per la sua formazione è il soggiorno alla London School of Economics nel 1947 durante il quale ha l’opportunità approfondire il pensiero keynesiano che, insieme all’economia del benessere, rimarrà sempre il suo orizzonte teorico. Dipendente per molti anni della Banca d’Italia la lascerà per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento. Docente di Politica economica e finanziaria dal 1959 all’ 1984 ha esercitato il suo incarico di professore con passione e abnegazione. È stato relatore di più di 1200 tesi e ha contribuito a formare molti economisti italiani di successo come Mario Draghi e Ignazio Visco. Federico Caffè intellettuale poliedrico dalla cultura enciclopedica, uomo sensibile che amava la musica e la letteratura, all’età di 73 anni, quando è ormai un uomo anziano e psicologicamente provato, decide di scomparire nel nulla allontanandosi volontariamente da casa senza lasciare alcuna traccia. Di lui non si avranno più notizie. Nel 1998 il Tribunale di Roma ne ha dichiarato la morte presunta. Nell puntata, firmata da Keti Riccardi, intervengono la nipote Giovanna Leone, Giuseppe Amari, curatore di numerosi saggi su Caffè, Maurizio Franzini, Daniele Archibugi, Mario Tiberi e Giuseppe Ciccarone, economisti e allievi di Federico Caffè. Hanno contribuito anche l’Archivio storico della Banca d’Italia, Ediesse edizioni, il quotidiano “Il Manifesto”.

Un format originale tutto incentrato sulla voce e le sue declinazioni: è “Voice Anatomy”, in onda da martedì 17 novembre alle 23.55 su Rai2. A condurlo è Pino Insegno, attore, comico, doppiatore, una delle più belle voci del cinema italiano ed internazionale. Tra ironia e serietà, “Voice Anatomy” sarà un grande viaggio alla scoperta del mondo della voce, delle sue potenzialità e delle sue infinite sfaccettature. Insieme a Pino Insegno molti personaggi famosi, italiani e internazionali, grandi testimonial “vocali” ed esperti del settore che spiegheranno come superare un problema legato alla voce e come rieducarla con consigli e suggerimenti. Divulgazione, intrattenimento e comicità saranno le tre direttrici di “Voice Anatomy” grazie alla complicità di un nutrito gruppo persone che giocano e lavorano con la voce, come il soundteller Albert Hera, uno dei più grandi vocologi al mondo, l’imitatore Claudio Lauretta, il campione di Human Beatbox Azel Cuna, il medico Franco Fussi, la performer Roberta Siciliano e il suo coreografo Claudio Ferraro, l’influencer e doppiatore The Merluzz, il professore di dizione Andrea Papalotti, il duo comico de Le Coliche e il noto cabarettista Max Paiella. Ospiti della prima puntata: Andrea Bocelli, Luca Ward e Francesco Pannofino. La musica del programma sarà interamente live, affidata al gruppo Cluster, una formazione di 6 elementi esclusivamente vocale. Nella prima puntata si esibirà con loro il giovane rapper Shade. “Voice Anatomy” è un format originale ideato da Dario Di Gennaro e Gian Marco Di Gennaro con Alessia Navarro, David Abatecola e Fabio Appetito. La regia è di Francesco Ebner, capo autore Dario di Gennaro, capoprogetto Vittorio Gaudiani.

Il ritratto intimo di uno dei più grandi chitarristi e cantanti di tutti i tempi, David Gilmour, entrato nei Pink Floyd dopo l’implosione di Syd Barrett. È il film “David Gilmour: Wider Horizons”, in onda martedì 17 novembre alle 23.15 su Rai5. La troupe diretta da Alan Yentob - direttore creativo della Bbc - ha catturato i momenti chiave della vita personale e professionale di David Gilmour, e i crocevia che lo hanno plasmato come uomo e musicista. Il documentario svela aspetti e curiosità di cui nessuno sospettava l’esistenza. È proprio qui che lo stesso Gilmour rivela di aver cantato in un paio di canzoni nel film del 1967 “Two Weeks in September” con Brigitte Bardot. Era noto che David avesse una “cotta” per l’attrice, come ha affermato lui stesso in un’intervista a “Panorama” del 2008: “tutto quello che ho fatto è stato strizzarle l’occhio più volte mentre mi esibivo in un party a Parigi. Stavo suonando la chitarra e non potevo muovermi. Lei mi ha sorriso e se n’è andata con un signore tedesco per niente sexy, ma molto più elegante di me”. Ma nessuno era a conoscenza del fatto che Gilmour avesse preso parte alla soundtrack di uno dei suoi film.

Nella storia americana c'è un anno che ha segnato una cesura, uno spartiacque assoluto, dal punto di vista economico, sociale e politico: è il 1929. È l'anno del Big Crash della Borsa di New York, del Grande Crollo di Wall Street, dell'implosione del sistema finanziario. Per capire ciò che è successo in quell'ottobre del '29, all'inizio della presidenza del repubblicano Herbert Hoover, “Dal sogno all'incubo: America 1929”, in onda martedì 17 novembre alle 21.10 su Rai Storia, ripercorre il decennio precedente: i Roaring Twenties, "Ruggenti anni Venti", iniziati con l'entrata in vigore del Proibizionismo. Sono dieci anni di grandi progressi economici, di grandi innovazioni nel campo della produzione e della tecnologia (elettrificazione diffusa, radio, cinema): un'era, in parte, all'insegna della grande prosperità e dell'ottimismo. Ma non mancano trasformazioni e contraddizioni sociali, differenze nella popolazione, tra città e campagne, tra "nativi" e immigrati. Dopo il Crollo di Wall Street, tra il 1929 e il 1930 cambia tutto: esplode una crisi generale dell'economia e inizia la Grande depressione, gli anni più drammatici della storia americana del Ventesimo secolo. Ma come è stato possibile tutto questo? Quali le conseguenze? E come si affronterà quell'emergenza totale che aveva portato al crollo degli investimenti, alla chiusura di imprese e banche, a una gravissima disoccupazione e a una diffusa miseria nelle campagne? Solo con l'avvento alla Presidenza del democratico Franklin Delano Roosevelt e al suo New Deal (il "nuovo corso") l'America inizierà faticosamente a riprendersi.

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