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Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo, export della Toscana recupera i livelli pre-Covid

10 febbraio 2022 | 10.37
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Con 15,4 miliardi di euro i distretti toscani hanno raggiunto il valore delle vendite all'estero dei primi nove mesi del 2019 (+0,7%) e hanno segnato un rimbalzo rispetto al 2020 del +32%

Luca Severini (Foto Intesa Sanpaolo)
Luca Severini (Foto Intesa Sanpaolo)

Le esportazioni distrettuali toscane nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno recuperato i livelli pre-Covid: con 15,4 miliardi di euro i distretti toscani hanno raggiunto il valore delle vendite all'estero dei primi nove mesi del 2019 (+0,7%) e hanno segnato un rimbalzo rispetto al 2020 del +32%. E' quanto emerge dal Monitor dei Distretti della Toscana, elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.

I comparti più resilienti in grado di superare i valori del 2019 sono stati l'Agro-alimentare (+15,5% rispetto al 2020 e +17,2% rispetto al 2019), sostenuto dal buon andamento del distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (+17,0% rispetto al 2019) e del Florovivaismo di Pistoia (+39,3% rispetto al 2019), e la filiera dei Mezzi di trasporto (+38,6% rispetto al 2019), che ha visto un balzo delle vendite estere nei distretti della Nautica di Viareggio (+35,9% rispetto al 2019) e della Camperistica della Val d'Elsa (+41,9% rispetto al 2019), che probabilmente hanno beneficiato di un maggior interesse verso forme di vacanze in autonomia e all’aria aperta.

In crescita rispetto al pre-Covid anche i distretti del comparto della Meccanica (+5,8%) con le Macchine per l’industria cartaria di Lucca (+4,8% rispetto al 2019) e le Macchine per l’industria tessile di Prato (+13,4%) a dimostrazione di una ripresa degli investimenti.

In rimbalzo rispetto al 2020, ma non ancora sufficiente per recuperare il valore delle esportazioni del 2019, le altre specializzazioni distrettuali toscane, in particolare il Sistema moda, che dopo il significativo calo registrato nel 2020 (-25,6%) è riuscito a contenere il ritardo al -4,4% rispetto al 2019.

Tra le diverse specializzazioni è opportuno sottolineare il distretto dell'Oreficeria di Arezzo che, unico all’interno del sistema moda distrettuale toscano, è riuscito a superare il valore di esportazioni dei primi nove mesi del 2019 (+17,3%), sostenuto dalle vendite verso Stati Uniti e Sudafrica.

Vicini al valore delle esportazioni del periodo gennaio-settembre 2019 anche i distretti dell’Abbigliamento di Empoli (-1,2%) e della Pelletteria e calzature di Firenze (-4,0%), che hanno saputo intercettare la crescente domanda dei mercati asiatici, primi fra tutti Cina e Repubblica di Corea. Il distretto del Tessile e abbigliamento di Prato mostra un trend in miglioramento in termini di scostamento rispetto al pre-crisi e nel 3° trimestre 2021 segna una variazione delle esportazioni positiva (+5,1% verso 3° trimestre 2019), che complessivamente si concretizza in un calo nel 2021 del -9,6% rispetto ai primi nove mesi del 2019.

Maggiormente penalizzati i distretti aretini del Tessile e abbigliamento (-19,9%) e della Pelletteria e calzature (-37,8%), che si erano però distinti nel corso del 2020 con un andamento positivo e con esportazioni in crescita. Anche il distretto della Concia e calzature di Santa Croce sconta un ritardo importante rispetto al pre-crisi (-18,6%), condizionato da un calo importante delle vendite verso Hong Kong (-46,3%). I distretti che mostrano i ritardi maggiori sono quelli delle Calzature di Lamporecchio (-48,3%) e delle Calzature di Lucca (-37,3%).

Dopo la crescita rilevata nel 2020, legata anche alla maggior attivazione per effetto della pandemia dei beni del segmento tissue e di carta per imballaggio, il distretto del Cartario di Lucca segna un calo rispetto all’anno precedente (-5,6%).

Anche i distretti del Sistema casa non hanno ancora recuperato il valore di export del 2019, ma stanno mostrando un progressivo avvicinamento ai valori ante pandemia: il distretto del Marmo di Carrara nel 3° trimestre 2021 segna una crescita nelle esportazioni rispetto al 3° trimestre 2019 (+4,5%), così come il distretto del Mobile imbottito di Quarrata (+14,9% nel 3° trimestre).

I poli del settore farmaceutico e del biomedicale, dopo la forte crescita del 2020 (+26,2%), si confermano trainanti per l'economia della regione (+7,8% rispetto al 2019) e mostrano variazioni positive nelle esportazioni sia per il Polo della farmaceutica toscana (+6,6% in confronto con il 2020), trainato in particolare dai risultati della provincia di Siena (+58,8%), sia per il Biomedicale di Firenze (+27,8%).

Tra i mercati di sbocco è da rilevare il forte incremento delle esportazioni rispetto al 2019 verso i paesi asiatici, in primis Cina (+37,4%), Giappone (+15,1%) e Repubblica di Corea (+64,1%).

L'attuale contesto - spiega una nota del rapporto di Intesa Sanpaolo - risulta ancora condizionato dall'incertezza legata ai rincari delle commodity, alle interruzioni delle forniture e all’evoluzione della pandemia, che potrebbero rallentare, anche se solo in parte, lo slancio della domanda mondiale nella prima parte del 2022. Le prospettive di crescita dell’export dei distretti toscani restano pertanto positive, anche alla luce del rapido recupero di quanto perso nel 2020, che conferma l’elevata competitività internazionale di questo territorio.

"L'export rappresenta un punto di forza assoluto della Toscana e Intesa Sanpaolo è un pilastro dell'economia reale - commenta Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo - Nel 2021 abbiamo erogato alle aziende toscane circa 1,8 miliardi di euro per sostenere rilancio, investimenti, liquidità. Siamo pronti ad accelerare il nostro impegno per favorire la crescita economica, ma il futuro va impostato adesso. Le imprese sanno che l'evoluzione verso modelli di business innovativi e sostenibili è oggi un fattore essenziale per garantire un posizionamento solido sul mercato nazionale ed internazionale. Investire in digitalizzazione e sostenibilità diventa quindi una scelta strategica per le imprese. Il nostro nuovo piano d'impresa 2022-2025 ci proietta verso il futuro, forte di una strategia radicata nella nostra storia e di un modello di impresa unico. Intendiamo rafforzare il nostro contributo in una fase in cui il Paese ha bisogno di crescita, destinando 400 miliardi di euro di finanziamenti a medio-lungo termine per imprese e famiglie a supporto del Pnrr".

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