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'Ndrangheta, Cassazione conferma condanna per regista Crespi

09 marzo 2021 | 19.39
LETTURA: 7 minuti

Sei anni con l'accusa di aver procurato voti a Domenico Zambetti, assessore alla Casa della giunta Formigoni, per le regionali del 2010. Il fratello Luigi: "Vita specchiata, travolto da ingiustizia". La moglie: "Ci stanno rovinando la vita, hanno tolto un padre esemplare ai nostri figli"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Condanna a sei anni confermata in Cassazione per il regista Ambrogio Crespi, accusato di aver procurato voti a Domenico Zambetti, assessore alla Casa della giunta Formigoni, per le regionali del 2010, servendosi di conoscenze in ambienti della 'ndrangheta. Crespi, tirato in ballo da alcune intercettazioni, si è sempre dichiarato del tutto innocente. Un processo, quello del regista, che ha fatto molto discutere per le tantissime incongruenze, tanto che c'è chi ha parlato di un nuovo caso Enzo Tortora.

"Sono sconcertato dall'esito del ricorso" dice all'Adnkronos l'avvocato Riccardo Olivo, difensore insieme a Marcello Elia del regista Ambrogio Crespi. "Crespi non si è reso responsabile di alcun illecito, la lettura degli atti non lascia dubbi. È quindi grandissimo il rammarico di vedere dichiarata la colpevolezza di un innocente quale è Crespi".

Oltre a quella a sei anni per Ambrogio Crespi, la Prima Sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato anche le altre condanne emesse dalla Corte d'Appello di Milano nel processo relativo alle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia. In particolare, l'ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti è stato definitivamente condannato a 7 anni e mezzo di carcere, a 8 anni Ciro Simonte, a 4 anni e 4 mesi Eugenio Costantino, imputati, tra l’altro, dei reati di associazione di stampo mafioso, concorso esterno in associazione di stampo mafioso, patto di scambio politico-mafioso, corruzione aggravata ed estorsione aggravata. I ricorsi proposti dagli imputati Costantino e Simonte sono stati dichiarati inammissibili, quelli di Crespi, Zambetti e del Procuratore Generale della Corte di appello di Milano sono stati rigettati.

IL FRATELLO LUIGI - "Oggi, 9 marzo, è stato compiuto l'atto finale di ingiustizia verso un uomo che si chiama Ambrogio Crespi, condannato perché avrebbe prodotto dei voti per un politico che non ha mai conosciuto insieme a delle persone che non ha mai frequentato nella sua vita" ha detto il fratello Luigi Crespi in un video sui social. "Una persona innocente, con centinaia di testimonianze, con una vita specchiata che è stata travolta dalla viltà, dalla ingiustizia e dalla stupidità di un sistema incapace di correggersi".

"Questo è quello che è accaduto oggi ad Ambrogio - ha aggiunto - che è stato condannato per associazione esterna con della gente che non ha mai visto nella sua vita, per aver prodotto voti con persone mai conosciute. Solo perché questi signori parlavano di lui a sua insaputa. Questo è quello che è accaduto, sappiatelo, sappiatelo, sappiatelo che può accadere a chiunque". "Ma per noi la battaglia per la verità e per la libertà non è finita, ora chiederemo la revisione del processo". "E' una vergogna. Mio fratello si consegnerà alla giustizia e andrà in carcere con grande serenità. Ambrogio non scappa, non è vigliacco come voi" aggiunge il fratello in un secondo video sempre sui social. "Adesso ha inizio un percorso nel quale non solo chiederò la revisione del processo, ma chiederò, sulla base dell'ingiustizia subita, la grazia al Presidente della Repubblica Mattarella. Mio fratello non merita di stare in carcere. Vigliacchi, non avete avuto il coraggio di dire la verità, che Ambrogio era innocente".

LA MOGLIE - "E una situazione surreale. La pubblica accusa aveva chiesto l'annullamento del processo" dice all'Adnkronos Helene Pacitto, moglie di Ambrogio Crespi. "Io so assolutamente chi è mio marito, ci stanno gratuitamente rovinando la vita, ma più che a noi la stanno rovinando ai nostri figli che hanno otto anni e cinque anni e da domani, o da stanotte, si troveranno senza un padre in casa e senza un motivo per cui il padre non debba stare in casa. Ambrogio è un papà esemplare, è veramente una cosa sporca quella che stanno facendo".

MIMUN - "Lo conosco da molti anni, non posso credere che sia quello che è stato descritto fin qui" commenta all'Adnkronos Clemente Mimun. "Mi spiace moltissimo per lui, per i suoi bambini, per la sua famiglia".

"Non ho mai avuto bisogno di vedere che diventava un bravo regista antimafia per avere chiaro che non fosse minimamente colluso con quegli ambienti -dice Mimun-. Spero che in ambito europeo ci sia la possibilità di riparare a quella che io penso sia un'ingiustizia". "Io penso che sia una condanna sbagliata. Non sono un magistrato, ma ho paura che tante volte parta un meccanismo tale per cui chi ne è stato motore non abbia il coraggio di fermare la macchina. Non sarebbe la prima volta", osserva il giornalista. Che conclude: "Mi dispiace profondamente, sono amico suo e di Luigi (il fratello, ndr.) da tanti anni, e quindi sicuramente di parte".

BOBO CRAXI - ''Non commento la sentenza della Cassazione" dice all'Adnkronos Bobo Craxi. "Ma associare Ambrogio alla criminalità organizzata è una immagine che non corrisponde alla realtà".

D'ELIA - "Oggi è stato condannato un innocente. Di solito si dice che le sentenze non si commentano. Questa, per la gravità, va immediatamente e chiaramente commentata" ha detto all'Adnkronos Sergio D'Elia, segretario di 'Nessuno tocchi Caino'. "Io conosco Ambrogio non solo come uomo, ma soprattutto come autore e regista di 'Spes contra spem', un'opera che un ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha definito 'manifesto della lotta alla mafia'. Umanamente, oltre che giuridicamente, è paradossale che l'autore di questo manifesto della lotta alla mafia, ma anche un capolavoro artistico, politico, umano e civile, sia stato condannato per associazione di stampo mafioso a sei anni di carcere". "Non ci posso credere - aggiunge - e farò tutto quanto è nelle mie forze e nelle mie possibilità perché sia restituita dignità, onore e umanità ad un uomo che in tutta la sua vita ha testimoniato valori, sentimenti e opere di non violenza e di conversione del male in bene, dell'odio in amore". "Questo è Ambrogio Crespi e il mio libero convincimento è che sia un uomo innocente. Oggi è stato condannato un innocente".

CONSOLO - "Mi dispiace, umanamente, ma allo stato non posso commentare la sentenza perché non ne conosco le motivazioni" commenta all'Adnkronos Santi Consolo, magistrato ed ex direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. "Sono semplicemente addolorato, ho conosciuto Crespi, una persona di grande intelligenza, ricca di cultura e sensibilità".

TELESE - La colpevolezza di Crespi è "un'ipotesi di fantascienza che non ha né capo né coda. Ero convinto che sarebbe stato assolto, così non è accaduto ed è una notizia che mi lascia scioccato" dice all'Adnkronos Luca Telese, profondo conoscitore della vicenda e dell'inchiesta che ha portato oggi alla condanna del regista.

"Conosco i fatti nei dettagli non solo perché ho incrociato sul lavoro Crespi come regista e come uomo, redento straordinario dopo quella vicenda giudiziaria che lo aveva portato in carcere -dice Telese- ma anche perché ho seguito e mi sono informato sui dettagli di questa inchiesta che sono demenziali".

Crespi, spiega il giornalista, "mentre stava in Albania a curare l'immagine del premier albanese, avrebbe orientato i voti nelle elezioni della periferia milanese, le preferenze dei clan dei calabresi? E' una roba un po' di fantascienza, senza contare che Ambrogio non conosceva la persona a cui teoricamente secondo l'accusa doveva portare i voti". E senza contare, aggiunge Telese, "che c'è un bellissimo studio allegato agli atti del professor Dalimonte, scienziato di chiara fama, sui flussi elettorali in cui spiega che in quell'occasione non si mosse il becco di un voto".

STORACE - "Ambrogio Crespi non merita quella sentenza di condanna" twitta Francesco Storace. "E' una persona perbene e nessuno ha il diritto di dipingerlo come un mafioso. Oggi è morto un altro pezzo di giustizia".

CALDORO - "Colpito per la condanna di Ambrogio Crespi" dice Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. "Conosco il suo impegno, le sue battaglie, il suo talento. Resto senza parole".

RICCARDO MONTI - "Ambrogio Crespi: un padre esemplare, un bravissimo regista e un uomo di grandi valori" twitta Riccardo Maria Monti, manager e imprenditore con l'hashtag 'Giustizia'.

CAPEZZONE - "Per come ho conosciuto Ambrogio Crespi e la sua famiglia, non credo a una parola delle accuse oggi confermate contro di lui" twitta il giornalista Daniele Capezzone. "E mi riesce molto difficile pensare che la giustizia italiana abbia scritto una pagina credibile".

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