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'Ndrangheta, le mani su New York dei Corigliano-Comito: 18 arresti

Estorsioni a Manhattan e gestione di droga e armi nel territorio di Rocca di Neto. L'indagine su input dell'Fbi

'Ndrangheta, le mani su New York dei Corigliano-Comito: 18 arresti
19 dicembre 2022 | 11.23
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Le mani della 'Ndrangheta si estendono su New York. Questa mattina 18 persone sono state arrestate su richiesta della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, perché ritenute fortemente indiziate, a vario titolo, di "associazione di tipo mafioso, finalizzata a commettere più delitti inerenti l’acquisto, la detenzione, il trasporto, la cessione e la vendita di cocaina, hashish e marijuana, estorsione aggravata dal metodo mafioso nonché porto e detenzione illegale di armi e munizioni aggravato dal metodo mafioso".

Gli arresti sono la conseguenza di quanto emerso nel corso di un’indagine iniziata a marzo 2020, avviata su input informativo dell'Fbi, il Federal Bureau of Investigation di New York, su presunti episodi di estorsione commessi nell’area di Manhattan, e svolta dai poliziotti del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro, che dimostrerebbe l’attuale struttura ed operatività sul territorio di Rocca di Neto della cosca Corigliano-Comito. Quest’ultima, dotata capacità di controllo territoriale e gerarchie interne, legata a doppio filo con il locale di Belvedere Spinello, storicamente compenetrato dalla criminalità organizzata, con proiezioni negli Stati Uniti d’America dove, in concomitanza con le attività italiane, personale del Fbi congiuntamente a quello della Polizia di Stato, ha svolto diverse perquisizioni a carico di soggetti indagati in un procedimento penale collegato.

Le attività hanno accertato, in particolare, la pressione estorsiva esercitata dai referenti della cosca in danno di realtà imprenditoriali locali, nonché l’attivismo degli indagati nel settore del traffico e della distribuzione di sostanze stupefacenti e l’ampia disponibilità di armi da parte dell’organizzazione. Le attività avrebbero, inoltre, evidenziato che i ricavi delle attività estorsive servivano per alimentare una cassa comune gestita dal capo famiglia, anche nella logica della spartizione dei proventi illeciti da dividere in base a precisi accordi e sulla base dello spessore criminale dei destinatari. È stato poi possibile constatare che i componenti del gruppo criminale avevano a loro disposizione un numero indeterminato di armi da fuoco, tra cui pistole e fucili, al fine anche di rafforzare le capacità operative necessarie, all’occorrenza, per commettere altri reati. Le attività tecniche hanno consentito di documentare anche il loro effettivo utilizzo, durante una prova a fuoco compiuta dagli indagati in una zona isolata del territorio di Rocca di Neto.

Mirati servizi straordinari di controllo del territorio hanno consentito agli investigatori di sequestrare armi e relativi munizionamenti, in particolare 4 fucili ed una pistola. Il monitoraggio operato nei confronti del gruppo criminale ha permesso di raccogliere elementi indiziari in ordine alla responsabilità di alcuni danneggiamenti e atti intimidatori, commessi degli appartenenti al gruppo criminale anche per fortificare la loro supremazia sul territorio, tra cui il danneggiamento con bomba carta ad un distributore automatico di snack e bevande di Rocca di Neto.

Nell’ambito delle attività investigative sono emersi indizi gravi in ordine all’esistenza di un’associazione dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti, finalizzata all’acquisto da diversi fornitori della provincia, principalmente di cocaina e marijuana, ed al successivo smercio sul territorio di Rocca di Neto, controllato dalla famiglia Comito radicatasi in quel contesto spaziale in regime di monopolio. Le attività di videoripresa hanno permesso di disvelare luoghi, abilmente mimetizzati nell’ambiente locale e identificabili solo attraverso la disposizione di specifici segnali disposti nelle immediate vicinanze, ove gli indagati occultavano quantitativi consistenti di narcotico ed altri nei quali ne depositavano minori quantità, per assolvere alle esigenze quotidiane di rifornimento del mercato locale.

Ad ulteriore riscontro dell’attività di spaccio, nell’ambito del piano d’azione nazionale denominato Focus ‘ndrangheta, nel corso di un controllo occasionale presso il complesso residenziale della famiglia Comito, veniva recuperato un importante quantitativo di marijuana (circa 1,100 chilogrammi) nella disponibilità di uno dei sodali.

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