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ESCLUSIVA - Omicidio Roma, fidanzata Del Grosso: "Disse non volevo uccidere"

25 ottobre 2019 | 20.07
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La ragazza di uno dei fermati per la morte di Luca Sacchi: "Mi ha detto che voleva solo fare paura"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Nel fermo del pubblico ministero della Procura di Roma nei confronti dei due sospettati dell'omicidio di Luca Sacchi si fa riferimento alle parole della fidanzata di Valerio Del Grosso alle forze dell'ordine: "Conosco Del Grosso da moltissimi anni ma l'amicizia negli ultimi tre giorni si è trasformata in una relazione. Nella giornata del 23 ottobre Valerio mi ha detto se volevo uscire per una passeggiata". Alle 23.15 Del Grosso, sempre secondo il racconto della fidanzata, la raggiunge sotto casa. Racconta di averlo visto scendere da una Smart bianca "condotta e di proprietà di un nostro amico comune di nome Pirino Paolo che abita nella stessa zona di Casal Monastero".

La ragazza prosegue dicendo che con Valerio si era allontanata in auto e che più volte durante il tragitto, il fidanzato si era fermato a parlare con più persone. La ragazza spiega che si era insospettita ma che non era riuscita a capire cosa era successo, "comunque ho pensato che fosse qualcosa di importante".

Dopo una serie di insistenze della ragazza il fidanzato ha riferito "che mentre era in campagna di Paolo Pirino lo stesso aveva dato una bastonata a una persona, non specificandomi il motivo e il soggetto vittima".

Nel racconto che la ragazza fa agli investigatori riferisce che Del Grosso inizialmente aveva previsto di prendere una stanza all'hotel Urban in via di Rebibbia, ma il tentativo andò a vuoto perché l'hotel era pieno. A quel punto, sempre seguendo il racconto della ragazza, "ne prendevamo una all'hotel Domus Urbis in via della Buffalotta".

Nel corso della notte a seguito delle insistenze della ragazza che chiedeva delle spiegazioni su quanto era successo, "Valerio aggiungeva a quanto riferito in precedenza - racconta la donna - che era successo un casino e che lui nella circostanza aveva esagerato nel comportarsi".

La mattina presto, intorno alle 7 e 30, la coppia lascia l'albergo perché la ragazza deve andare a lavorare, e a quanto riportato nel decreto di fermo del Pm, la ragazza riferisce di non aver più risposto al telefono di Del Grosso fino a quando lo stesso si presentava sotto casa sua.

La ragazza mette a verbale che Del Grosso era vestito con abiti da pasticciere a differenza di quanto indossato la sera ovvero una tuta da ginnastica bianca. "Valerio mi chiedeva se potevamo mangiare insieme e siamo andati a mangiare da un conoscente a Trastevere", dove la coppia poi - scrive il pm - si separa nel pomeriggio.

Intorno alle 20.30 stando sempre al racconto della ragazza si incontra nuovamente con Del Grosso e con altri amici i quali separatamente. Uno di questi (...) "mi ha chiesto se ero a conoscenza di cosa fosse successo e di cosa avesse combinato Valerio. Alla mia risposta negativa (...) mi raccontava dell'accaduto suggerendomi di andare a vedere su internet gli articoli che raccontavano dell'accaduto".

Subito dopo la ragazza dice di aver chiesto a Valerio ulteriori spiegazioni così che lo stesso "mi riferiva che aveva sparato in testa a una persona non specificandone le spiegazioni. Capivo a questo punto i particolari comportamenti che aveva avuto nelle ore precedenti. Tutti gli amici, me compresa, a questo punto consigliavamo a Valerio ad andarsi a costituirsi".

Del Grosso, continua la ragazza nel decreto di fermo del Pm, gli avrebbe chiesto di accompagnarla in un albergo per fargli compagnia, "mi rifiutavo a tale richiesta e mi limitavo ad accompagnarlo al Cervara Hotel Park, dove precedentemente su indicazioni dello stesso, prenotavo a mio nome e con un mio documento una stanza".

Dopo di che la ragazza se ne andava e raggiungeva un'amica prima di venire fermata da una pattuglia della Polizia alla quale raccontava ciò di cui era stata testimone e "dava loro indicazione dove potevano rintracciare Valerio". A domanda degli inquirenti se sapeva le motivazioni per le quali aveva sparato, la ragazza è categorica: "No, mi ha solamente detto che il suo intento era quello di spaventare e non di uccidere".

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