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Omicron 2 sintomi, durata, incubazione: cosa dicono Bassetti, Andreoni, Pregliasco, Galli

21 marzo 2022 | 11.12
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Le parole degli esperti

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Variante Omicron 2 del covid, quali sono i sintomi e quali i tempi di incubazione? E la durata? A fare il punto sulla situazione epidemiologica in Italia sono Bassetti, Andreoni, Pregliasco, Galli.

"La variante Omicron 2 non mi pare così aggressiva, è molto contagiosa e l'aumento dei casi è la prova. Può recidivare nel 3-4% dei casi. Omicron rispetto a Delta, secondo uno studio pubblicato su 'Cell', fa produrre un numero di anticorpi dieci volte inferiore, in qualche modo è in grado di colpire più volte anche a distanza ravvicinata. I contagi cresceranno ancora ma non ci saranno le forme gravi", spiega all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Il ciclo vaccinale con la dose booster non è bucato dalla variante Omicron 2 - precisa - ma in Italia abbiamo molti che hanno fatto due dosi vaccino e poi la malattia. Se è vero che con Omicron 2 si ha una risposta immunitaria dieci volte inferiore, forse vale la pena per queste persone di fare la terza dose anche dopo l'infezione naturale. Magari nelle persone più anziate e con comorbidità anche dopo aver avuto Omicron dovrebbero fare la terza dose".

"Dai dati osservazionali, ma aspettiamo una conferma, Omicron 2 sembra poter sfuggire all'immunità specifica generata dal vaccino e dalla patologia; abbiamo un numero sempre più alto di reinfezioni, l'Istituto superiore di sanità l'ha registrato al 3% ma le vediamo anche in chi è vaccinato con tre dosi o ha già fatto la malattia", spiega all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. Con la velocità di Omicron 2 "i contagi saliranno" anche se oggi "dobbiamo osservare le ospedalizzazioni che al momento non ci preoccupano. Il problema è che, aumentando i casi, è possibile che tra un mese, a Pasqua, potrebbero salire anche i ricoveri. E' un dato che va messo in conto. La speranza è che ci venga incontro la bella stagione, ma temo che da qui a Pasqua possa esserci una recrudescenza. Detto questo, per non essere insultato da chi vuole tornare ad una vita normale, rimangono le misure che sappiamo: prudenza, mascherina al chiuso e dove ci sono assembramenti anche all'aperto, e responsabilità", evidenzia.

Secondo Andreoni, "è molto probabile, parliamo di dati osservazionali che andranno confermati dall'Istituto superiore di sanità, che la protezione data dal vaccino possa scendere al 20% con Omicron 2, anche dopo la terza dose. Questo ci potrebbe anche spiegare il perché di tante reinfezioni che osserviamo, dopo il booster o anche dopo aver fatto la malattia".

Sulla variante Omicron 2 "che ormai ha una prevalenza del 44%, seppure abbiamo ancora dati incompleti, sappiamo che è sicuramente contagiosissima e vede in tantissimi soggetti, soprattutto nei giovani, la possibilità di sfogarsi. Però i dati ci dicono che la malattia è meno grave complessivamente, anche se non del tutto", spiega all'Adnkronos Salute il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco.

"Omicron 2 è contagiosissima, ma l'effetto sulla salute è minore grazie alla grande quota dei vaccinati", ha sottolineato quindi il virologo ospite di 'Agorà' su RaiTre. Sugli effetti dell'alleggerimento delle misure anti-Covid varato dal Governo, "sarebbe stata meglio una certa progressione", ha poi chiarito Pregliasco. "Serve prudenza e progressività nelle misure perché si potrebbe anche dover tornare indietro. Diciamo che questo virus ci darà ancora del filo da torcere", continua il virologo. "Avremo un andamento ondulante con la presenza della malattia a secondo della stagione ma dovremmo tenere conto di questo sovrarischio", ha quindi aggiunto Pregliasco.

"Omicron 2 è contagiosissima. E basta guardare quello che sta succedendo in Cina per capire che il contenimento delle infezioni e della trasmissione del virus con questa sottovariante, la BA.2, non si può fare. La politica zero Covid non esiste, è impraticabile", afferma Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, secondo il quale "anche la Cina", che sta fronteggiando un'impennata dei contagi nonostante il rigore con cui interviene con restrizioni, lockdown e test di massa ai primi focolai, "prima o poi dovrà abbandonare la politica zero Covid" con questa sottovariante di Sars-CoV-2 che corre.

"Siamo di fronte a un virus che ha un indice di contagio R0 di 12 - osserva - Portare questo valore a 10" con misure e restrizioni "non cambia nulla". Quanto alla gravità della malattia, "se una persona non è vaccinata o è fragile, Omicron 2 dà malattia severa. Ecco perché è cruciale proteggere i fragili, perché oggi le vittime del virus sono in particolare loro".

L'avanzata di Omicron 2 che si avvia a soppiantare la variante 'madre' Omicron 1, e che in alcune regioni d'Italia è già riuscita nel sorpasso, non preoccupa più di tanto Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano. E' ancora più trasmissibile, conferma il medico all'Adnkronos Salute, può infettare chi si è vaccinato e "può contagiare anche molto bene chi ha già avuto Covid da altre varianti". Però, in base ai dati disponibili, "non credo sia in grado di reinfettare chi è già stato contagiato da Omicron". Le 'famiglie' di mutanti da monitorare secondo l'esperto "sono altre: ad esempio un'ulteriore evoluzione della linea della variante Delta", cattiva non solo per trasmissibilità, ma soprattutto per gravità della malattia.

"Omicron 2 - spiega Galli - è semplicemente un'ulteriore dimostrazione del fatto che un virus" come Sars-CoV-2, "già molto diffusivo, può sviluppare casualmente altre mutazioni che lo rendono ulteriormente in grado di infastidirci". Per questo è importante monitorare sempre con attenzione il 'trasformismo' del coronavirus pandemico, specie ora che, con l'avvicinarsi della nostra estate, nell'altra metà del mondo comincerà l'inverno: "Non è obbligatorio che succeda qualcosa, ma qualcosa potrebbe capitare - ribadisce l'infettivologo - nelle aree del mondo in cui ci si avvia all'inverno australe e in cui ci sono numerosissime persone non vaccinate, ipovaccinate o vaccinate male. L'America Latina e l'Africa, in particolare", dovrebbero essere per Galli delle 'osservate speciali'.

Una quinta ondata di Covid-19 in Italia? "Per dire se c'è o non c'è un'ondata dobbiamo semplicemente guardare i dati. E il fenomeno che stiamo osservando in questo momento è sicuramente l'innesco di una nuova ondata" secondo l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all'università del Salento. Sono due i fattori che l'esperto chiama in causa: "Da un lato - spiega all'Adnkronos Salute - ci troviamo di fronte a una nuova variante" di Sars-CoV-2, "la BA.2" o Omicron 2, ancora più trasmissibile della 1, "e dall'altro all'abbassamento delle misure individuali di protezione, successivo al cambio di regole delle ultime settimane". Come andrà a finire non è facile dirlo, anche pensando alle nuove aperture in arrivo, ma il medico esprime ottimismo e insiste sull'importanza delle vaccinazioni e soprattutto delle dosi booster. "Sull'ampiezza che avrà questa nuova ondata è molto difficile fare previsioni - sottolinea - perché anche guardando agli altri Paesi europei vediamo che ce ne sono stati alcuni in cui questa seconda ondata di Omicron è stata molto ampia, paragonabile a quella di gennaio, e ce ne sono stati altri in cui invece questo nuovo picco a un certo punto si è fermato. Per cui dobbiamo capire come il virus si comporterà da noi".

Personalmente Lopalco si dice "abbastanza ottimista, anche perché non è escluso che la bella stagione ci possa aiutare". Andiamo verso "un rialzo delle temperature e maggiori occasioni di vita all'aperto", ragiona l'epidemiologo. Sono elementi che "potrebbero anche accelerare il passaggio di quest'altra ondata", confida, ricordando però un'altra variabile in grado di fare la differenza: "Vaccinarsi e completare il ciclo vaccinale con la terza dose", è l'appello del medico a chi ancora non l'ha fatto.

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