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Immigrati: Ordine di Malta, bene quote ma assicurare standard ospitalità

12 maggio 2015 | 15.03
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Casinghini, problema che non si risolve con azioni spot

Volontari dell'Ordine di Malta soccorrono dei migranti
Volontari dell'Ordine di Malta soccorrono dei migranti

"Sicuramente la ripartizione dei migranti tra i vari Paesi europei è indispensabile, altrimenti rimane un problema in capo esclusivamente all'Italia per via del regolamento di Dublino. Si pongono però due problemi che andranno affrontati subito e cioè il fatto che tutti i Paesi dovranno offrire standard uniformi di ospitalità e il fatto che va attualizzata la legge sui richiedenti asilo, che con le norme attuali stanno fermi in un Cara dai 6 mesi ai 2 anni, senza poter fare assolutamente nulla". Lo dice a Labitalia Mauro Casinghini, direttore nazionale del Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta, che nel Canale di Sicilia è presente con 12 uomini (6 medici, 4 infermieri e due soccorritori) a bordo di navi della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e della Marina Militare.

Per Casinghini, la premessa a tutte le considerazioni sugli sbarchi è che "questo non è un problema che si può risolvere con azioni spot, con una riunione dell'Onu o del Consiglio europeo". "Ma ben venga -spiega- la consapevolezza di questa emergenza anche in contesti internazionali. Anche se dispiace vedere che questa consapevolezza arriva dopo una strage di 700 morti, che sono peraltro solo una piccola parte delle vittime di questi tragici viaggi".

"Sono anni che diciamo che il Mediterraneo -spiega Casinghini- è la più grande fossa comune ancora alimentata".

Quello che ora occorre, spiega il rappresentante dell'Ordine di Malta, "è un vero piano di intervento internazionale, in cui l'Europa faccia una parte importante". "Bisogna intervenire -spiega Casinghini- sui paesi di provenienza dei migranti e quando dico questo non mi riferisco alla Libia, ma al Mali, alla Nigeria, alla Somalia, al Ciad e così via. E questo si può fare sostanzialmente per due vie: con azioni di cooperazione vera e con azioni diplomatiche sui governi".

"E si possono anche aiutare le persone a restare o a tornare nei loro Paesi o nei Paesi vicini, se nel loro c'è la guerra. Con i barconi arrivano anche tante professionalità, dal medico all'artigiano, e si potrebbe pensare a percorsi di formazione che mettano la persona in grado di creare sviluppo nel suo Paese, contando anche sul fatto che sicuramente sarebbe molto più motivato di un cooperante", sostiene.

Certo, ammette Casinghini, "sono tutti progetti che richiedono tempo, e che vanno spalmati su periodi di almeno 15 anni per vedere dei risultati". E nel frattempo? "Contro i trafficanti va organizzato un sabotaggio -avverte- che deve essere deciso a livello internazionale perché sono cose delicatissime. E poi siamo contrari a ipotesi di accorpamento di Marina Militare e Guardia Costiera".

"Premesso che la Guardia Costiera fa già parte della Marina Militare-precisa Casinghini-, i due corpi svolgono funzioni diverse. La Guardia Costiera svolge una funzione fondamentale in un sistema ben collaudato che è quella di coordinare il soccorso prestato, anche dai mercantili (tutti, anche quelli che non battono bandiera italiana) che hanno salvato più di 50.000 persone. I mercantili sono di tutti i tipi e hanno carichi diversi. Deviare una nave che trasporta ad esempio animali vivi, facendole fare un ritardo anche di 15-20 ore di navigazione, può avere effetti pesanti se l'operazione non è ben coordinata".

"La Marina Militare fa un altro mestiere, svolge funzioni di difesa", ricorda Casinghini che aggiunge: "Si tratta di equilibri labili che vanno consolidati, non modificati".

"Gli sforzi fatti dal sistema Italia per far fronte a questo immane problema sono stati poco valorizzati. I nostri sforzi -conclude- sono degni di un premio Nobel per la Pace".

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