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Lirica: a Palermo 'Orphee et Eurydice' di Gluck con coreografia di Flamand

18 febbraio 2015 | 14.48
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L'opera di Gluck nella versione di Berlioz dal 20 al 27 febbraio al Teatro Massimo, riletta in chiave contemporanea dal coreografo francese. Nel cast due star siciliane: il mezzosoprano Marianna Pizzolato e Valentina Pace, prima ballerina del Ballet National de Marseille

Una scena dell''Orphee et Eurydice' di Gluck  nella coreografia di Flamand
Una scena dell''Orphee et Eurydice' di Gluck nella coreografia di Flamand

Il mito di Orfeo ed Euridice, riletto in chiave contemporanea dal grande regista e coreografo Frédéric Flamand, andrà in scena al Teatro Massimo di Palermo dal 20 al 27 febbraio prossimi. Lo spettacolo, dal forte impianto coreografico, è ambientato in una periferia metropolitana e viene rappresentato nella versione di Hector Berlioz, che nel 1859 rielaborò l'originale opera di Christoph Willibald Gluck, riorchestrandola e soprattutto trascrivendo per mezzosoprano la parte di Orfeo, originariamente scritta per 'haute-contre', una specie di tenore contraltino che alla metà dell''800 diventava sempre più difficile da trovare.

La scenografia del fiammingo Hans Op de Beeck, che firma anche immagini e costumi, è dominata dai toni del bianco, del verde, del grigio e dell'azzurro, mentre sul podio della fondazione lirica palermitana ci sarà Giuseppe Grazioli. Maestro del coro è Piero Monti. Lo spettacolo ha debuttato in Francia nel 2012, e a Palermo vede impegnate due star siciliane: il mezzosprano Marianna Pizzolato nel ruolo di Orfeo, e Valentina Pace, di Modica ma da anni trasferita in Francia dove è prima ballerina del Ballet National de Marseille. La prima è il 20 febbraio alle 20.30, ma oggi (sempre alle 20.30) ci sarà l’antigenerale a favore di Telethon promossa in accordo con BNL Gruppo Bnl Paribas.

"Dopo l’apertura con Gisela! di Henze per la regia di Emma Dante – dice il sovrintendente Francesco Giambrone – la stagione continua nel segno dell’attenzione ai linguaggi del contemporaneo. L''Orfeo ed Euridice' di Gluck, con Flamand, è uno spettacolo di respiro internazionale figlio di un grande lavoro sulla fisicità del corpo e sull’immagine". Il mito è noto, ed è quello di Orfeo che può salvare l’amata Euridice dalla morte a patto di non guardarla. Ma, sceso agli Inferi, non resiste alla tentazione di voltarsi. Per il coreografo 68enne Flamand "l’, sulle manifestazioni del desiderio, sulle ambiguità legate aapproccio a questo mito è l’occasione di una riflessione sulle forze costitutive della natura umanalla strategia dello sguardo". L'ambientazione nel cuore della città contemporanea perché lì "c’è un nuovo immaginario mitologico". Un mito moderno, perché "in un periodo di mediatizzazione e virtualizzazione come il nostro, lo sguardo indietro di Orfeo si presenta come una metafora della nostra visione di fronte alle immagini onnipresenti e menzognere che scompaiono non appena si presentano", conclude il coreografo.

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