cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 08:32
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Uranio: Osservatorio militare, da Difesa troppe attese per risarcimento militari morti

30 giugno 2015 | 16.20
LETTURA: 4 minuti

La denuncia dell'Osservatorio militare

Uranio: Osservatorio militare, da Difesa troppe attese per risarcimento militari morti

Nove anni di sofferenza, un'agonia trascorsa tra ospedali e interventi chirurgici iniziata dopo pochi mesi dal suo ritorno dalla Bosnia. A.D. era un soldato dell'Esercito italiano, partito senza nemmeno aver compiuto venti anni, morto a ventinove a causa di un tumore che potrebbe essere stato causato da una contaminazione da uranio impoverito. Alla famiglia non rimane che la speranza di un risarcimento da parte del ministero della Difesa già previsto da una sentenza ma che, dopo quattro anni, ancora non arriva. E' solo uno dei casi che l'Osservatorio militare sta seguendo da vicino, con l'obiettivo di fare avere i risarcimenti ai militari morti di tumore dopo le missioni all'estero.

"Il ministero della Difesa continua a fare ostruzionismo. Gli uffici a cui compete il calcolo in base al quale poi fare il decreto per il risarcimento alle famiglie dei militari morti, non hanno ancora elaborato nulla, stiamo parlando di termini scaduti a febbraio", denuncia all'Adnkronos Domenico Leggiero dell'Osservatorio Militare. "Avremmo sperato in una maggiore sensibilità - prosegue - ma abbiamo capito che l'ostruzionismo peggiore arriva proprio dai militari. Ci saremmo aspettati un intervento del ministro e del sottosegretario con delega, ma ancora non arriva nulla".

La mamma di un militare morto, 'per curarlo abbiamo speso tutte le nostre risorse'

L'Osservatorio militare ha deciso di denunciare i responsabili amministrativi "per danni a causa del ritardato pagamento. Faremo un esposto alla Corte dei Conti per i danni causati all'amministrazione a causa del ritardato pagamento", aggiunge Leggiero.

A.D. "era rientrato da sei mesi in Italia quando ha iniziato a stare male. Gli hanno diagnosticato un tumore alla tiroide - racconta all'Adnkronos la mamma tra le lacrime - Lo abbiamo portato all'ospedale di Pisa, ma poi è subentrata la leucemia che lo ha portato alla morte. Mio marito ha dovuto licenziarsi per poterlo assistere. Per curarlo abbiamo speso tutte le nostre risorse, ora attendiamo che almeno ci sia garantito da parte dello Stato il riconoscimento previsto dai giudici".

Sono più di tre anni che si è conclusa la causa, otto che A.D. è morto. La sentenza è diventata esecutiva da febbraio scorso, "il ministero della Difesa per ottemperare al risarcimento aveva 30 giorni, in seguito diventati 60, ai quali si è aggiunto il ricorso al Tar da parte dell'avvocato della famiglia di A.D. ma, ad oggi, ancora niente - spiega Leggiero - Non è stato fatto nemmeno il decreto da parte della Difesa".

'Lo Stato deve riconoscere le sentenze della magistratura'

"Lo Stato che non riconosce le sentenze della magistratura non ha più i requisiti per perseguire chi non paga le tasse - sottolinea Leggiero - La famiglia ha perso il figlio, la dignità, e il diritto di vedersi riconoscere una sentenza della magistratura". Non solo. "L'amministrazione si trova a dover pagare dieci volte di più solo perchè non ha voluto riconoscere il danno - sottolinea Leggiero - obbligando così le famiglie a ricorrere alla magistratura e quindi a pagare somme elevate".

Secondo gli studi dell'Osservatorio militare, compiuti negli ultimi 15 anni per identificare i danni dall'esposizione di uranio impoverito, i rischi di malattie si potrebbero verificare non solo per i militari in missione nei 'teatri operativi' ma anche per quelli che frequentano i poligoni italiani "confermando così - rimarca Leggiero - quello che aveva detto la Nato e il Pentagono informando con un documentario nel 1994 i comandi di tutti i paesi che prendevano parte alle missioni sui danni che si sarebbero verificati per i militari senza l'utilizzo di protezioni".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza