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Papa Francesco alla 'Via Crucis': "Cristiani perseguitati, spesso con il nostro silenzio complice"

03 aprile 2015 | 21.19
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Le persecuzioni religiose, la piaga dello sfruttamento minorile, il dramma dei bambini-soldato, la tutela della famiglia fra i temi affrontati nelle meditazioni affidate per questa Pasqua a monsignor Renato Corti, vescovo emerito di Novara. La croce portata dal cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, nella prima e nell'ultima stazione; da famiglie italiane, da persone provenienti da Iraq, Siria, Nigeria, Egitto, Cina; da malati, sacerdoti e suore

Papa Francesco alla 'Via Crucis' (foto Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco alla 'Via Crucis' (foto Infophoto) - INFOPHOTO

Le persecuzioni religiose, la piaga dello sfruttamento minorile, il dramma dei bambini-soldato, la tutela della famiglia sono fra i temi affrontati nelle meditazioni della 'Via Crucis', affidate per questa Pasqua a monsignor Renato Corti, vescovo emerito di Novara. "La croce, vertice luminoso dell’amore di Dio, che ci custodisce", è il titolo che il prelato ha voluto dare alle riflessioni religiose sulla passione, crocifissione e morte di Cristo.

Al termine del rito svoltosi al Colosseo, davanti a decine di migliaia di persone, papa Francesco ha fatto riferimento al massacro compiuto dagli al-Shabab al campus di Garissa, in Kenya. "La sete del tuo Padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice". /Foto

Papa Francesco presiede il tradizionale rito della 'Via Crucis' al Colosseo, funzione liturgica centrale del Triduo Pasquale, iniziato il Giovedì Santo con la messa del Crisma nella basilica di San Pietro e con la messa 'in Coena Domini' e la lavanda dei piedi ai detenuti nel carcere romano di Rebibbia; proseguito il Venerdì Santo con la messa della Passione nella basilica vaticana prima della 'Via Crucis'; seguito dalla Veglia Pasquale del Sabato Santo dalle 20.30 alle 23 in piazza San Pietro, dove domenica alle 10 celebrerà la Messa di Pasqua e impartirà dalla loggia centrale della basilica la benedizione 'urbi et Orbi', alla città di Roma e al mondo.

Alla prima stazione della 'Via Crucis', così come all'ultima, è il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, a portare la Croce e a condurla così fino a Francesco, per la riflessione finale e la benedizione papale.

La seconda stazione della Via Crucis vede il 'passaggio di testimone' del cardinale vicario Vallini con una famiglia italiana numerosa: i coniugi Alessandro Faustini e Rita Angela Fiorentino con i loro sei figli Diletta, Noemi, Letizia, Miriam, Michele e Gabriele; quindi una famiglia con figli adottivi, Francesco e Palma Serra con Rafaela e Vitor di origine brasiliana; e ancora una famiglia, Antonio Langella e Maria Grazia Casalino con i figli Alba e Francesco Langella e il fidanzato di Alba, Antonio Pagano.

Alla quinta stazione, a portare la croce è una malata, Marzia De Michele, aiutata dalla sorella Mariella e dal barelliere dell'Unitalsi Mario Puglia. Dalla sesta alla decima stazione, non sono più i rappresentanti dei fedeli italiani, ma quelli provenienti da altri continenti: le suore domenicane in Iraq Sundus Qasmusa e Susan Sulaiman; i siriani Philip Astephan e Wael Salibe; i nigeriani Leo Udensi e Charles Nwoke; gli egiziani Malak Gergis e Maikel Hanna; e i cinesi Ivan Zhao e Qi Qiaosu.

L'undicesima stazione vede la croce nelle mani delle suore Silvana Parmegiani e Mariangela Addis dell'istituto dell'Annunziata; la dodicesima in quelle di padre Evenzio Herrera e Gianfranco Pinto Ostuni custodi di Terra Santa; la tredicesima per le suore Francica Adelaida Rosales Ildefonzo e Ludy Fiorella Corpus Saldana, figlie di Nostra Signora della Pietà dall'America Latina. Infine, all'ultima stazione la Croce torna nelle mani del cardinale Vallini, che la porta fino al cospetto di Papa Francesco, che pronuncia la sua benedizione.

"Siamo fragili nella fede", è l'ammissione alla I stazione. E alla II si ricorda che "in questi giorni, vi sono uomini e donne che vengono imprigionati, condannati o addirittura trucidati, solo perché credenti o impegnati in favore della giustizia e della pace". Il proposito espresso nella III è di "non somigliare al fariseo che loda se stesso ma al pubblicano che non osa nemmeno alzare il capo"; alla IV si ricordano "i tanti drammi familiari presenti nel mondo".

La V stazione considera "l'amore come sorgente di speranza", mentre la VI parla delle donne, della loro presenza nel Vangelo, sottolineando che "il genio femminile ci sprona a vivere la fede con affetto verso Gesù". La VII è dedicata alla "tristezza nell'abisso di molte anime, ferite dalla solitudine, dall'abbandono, dall'indifferenza, dalla malatia, dalla morte di una persona cara". L'VIII stigmatizza la cecità dell'umanità nei confronti di Cristo" e la IX la "tiepidezza dei cristiani rispetto all'amore di Dio che è un mistero di fuoco".

La X stazione offre una meditazione sugli "avvenimenti che violano la dignità dell'uomo" e si citano "le situazioni tremende del traffico di esseri umani, dei bambini-soldato, del lavoro come schiavitù, dei ragazzi e adolescenti feriti nella loro intimità e barbaramente profanati". L'XI chiede: "Quando sarà abolita la pena di morte, ancora oggi praticata in numerosi Stati? Quando sarà cancellata ogni forma di tortura e la soppressione violenta di persone innocenti?".

Nella XII stazione si ricordano "le sofferenze e le speranze del giusto"; nella XIII si sottolinea il ruolo della "Chiesa della misericordia, chiamata a essere povera e amica dei poveri". La XIV e ultima stazione è dedicata alla Madonna, che "parla al nostro cuore" e che "dà consolazione a coloro che attraversano giorni bui". La benedizione apostolica di Papa Francesco conclude il rito della 'Via Crucis'.

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