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Pd, Orfini: "Statuto vieta congresso prima di giugno"

30 gennaio 2017 | 16.27
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Da statuto il congresso del Pd non si può celebrare prima di giugno. Possiamo convocarlo entro sei mesi dalla scadenza naturale, che è dicembre, quindi al massimo per giugno. Prima, il nostro statuto lo vieta". Lo ha detto il presidente del Pd Matteo Orfini, parlando con i giornalisti a palazzo Giustiniani.

"La scissione è sicuramente qualcosa che non fa bene alla sinistra, la cui storia è piena di scissioni che non hanno quasi mai portato bene agli scissionisti", ha aggiunto. "Credo -ha detto ancora- che il nostro popolo voglia l'unità e noi stiamo provando a praticarla: veniamo da due giorni a Rimini, in cui abbiamo discusso con gli amministratori di tutte le anime del partito, sindaci, presidenti di regione. Dispiace che qualcuno, invece di venire a discutere con noi, abbia preferito andare in televisione, ad attaccare, accusare, dire bugie, provare a dividere il partito".

Capitolo legge elettorale: "Non posso comunicare io i contenuti dei colloqui che non ho svolto, però, naturalmente, noi vogliamo accelerare", ha proseguito. "L'abbiamo dichiarato e vogliamo dare seguito -ha aggiunto- all'invito del Presidente della Repubblica e quindi chiederemo alle altre forze politiche di discutere della legge elettorale. Credo che per entrare in Parlamento ci sia bisogno di un accordo per capire chi davvero vuole cambiare la legge elettorale e chi invece la usa solo per allungare la legislatura".

Il Pd insiste per il Mattarellum? "Partiamo -ha replicato Orfini- da quella che è la nostra proposta, abbiamo un mandato dell'assemblea nazionale. Poi naturalmente siamo disponibili a verificare se ci sono ipotesi differenti che possano trovare una condivisione larga. L'importante, però, è che questa discussione abbia modalità e tempi certi: cioè, non si può entrare in parlamento al buio".

"Non si può iniziare una discussione -ha ribadito- senza sapere quando finisce. Penso che si possano fare le modifiche necessarie e tornare al voto entro una data ragionevole che può essere giugno. Se invece prevarrà la volontà delle forze politiche di non fare sul serio, ne prenderemo atto".

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