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Pedofilia, Bertolone: "Non escluse vittime in servizio regionale Cei anti-abusi"

Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
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01 febbraio 2019 | 16.44
LETTURA: 2 minuti

di Elena Davolio

Il Servizio nazionale della Cei anti abusi ha preso forma con un regolamento ah hoc. In esso figurano educatori, esperti professionisti - religiosi e laici - e, "a livello regionale non è esclusa la presenza delle vittime di preti pedofili". Lo sottolinea all'Adnkronos monsignor Vincenzo Bertolone, presidente dei vescovi calabresi, delegato anche per il Servizio regionale per la tutela dei minori.

"Il regolamento, già approvato, - spiega Bertolone - coinvolgerà educatori, esperti professionisti, vale a dire persone che hanno ascoltato e accompagnato tante vittime. L'organismo coordinerà analoghi organismi a livello regionale e diocesano, col duplice obiettivo di tutelare sia i minori a rischio di abuso che gli adulti vulnerabili nei loro orientamenti sessuali e nelle relazioni con l’altro. Non é esclusa, a questo livello regionale, la presenza di vittime assieme agli esperti ed ai professionisti, religiosi e laici. Si tratta, ovviamente, di un 'Servizio di promozione culturale e pastorale', analogo a quelli che la Cei ha già all’attivo".

Il presidente dei vescovi calabresi riflette sugli effetti concreti del neonato Servizio, anche in vista del summit anti abusi voluto dal Papa che dal 21 febbraio vedrà i capi della Chiesa cattolica confrontarsi in Vaticano: "Ci aspettano confronti con i dati statistici, con le buone pratiche esistenti, con le vittime, nonché con coloro che si sono resi colpevoli di tali reati, soprattutto se sono sulla via della propria ricostruzione personale. Il tutto per far maturare la prassi della 'tutela' della persona più vulnerabile".

Si tratta, osserva il presule, di un "passo importante che la Chiesa promuove per prima a livello mondiale, in continuità con l’antichissima tradizione della Lettera di Barnaba (inizi del II secolo). Soffermandosi sul divieto del Levitico di mangiare la carne di lepre (Lev 11,6), l’autore afferma: 'Non mangerai la lepre. Perché? Per non diventare un molestatore di bambini'. È una chiara condanna della pedofilia, in quanto il modo d’agire della lepre era all’epoca ritenuto incontenibile".

Mons. Vincenzo Bertolone ricorda che il Papa di recente "ha giustamente elencato gli obiettivi di un tal tipo di Servizio: 'Primo: si prenda coscienza. Secondo: i vescovi sappiano cosa si deve fare, cioè la procedura. Si pregherà per chiedere perdono per tutta la Chiesa'. Nel nuovo Servizio resta chiara la massima trasparenza delle azioni, ovviamente alla luce della tolleranza zero a cui la Chiesa è abituata già dall’epoca della Lettera ai cattolici d’Irlanda di papa Benedetto XVI".

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