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Pensioni 2022, aumenti: novità, cosa cambia e cifre

30 novembre 2021 | 14.30
LETTURA: 3 minuti

A quanto ammonteranno gli assegni

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Aumenti per le pensioni nel 2022. La novità, con importi più alti, legata alla pubblicazione del decreto interministeriale: il provvedimento stabilisce il tasso effettivo di rivalutazione delle pensioni erogate dall’Inps a partire dal 1° gennaio 2022. Gli aumenti, come spiega laleggepertutti.it, scattano grazie al meccanismo della perequazione, cioè all’adeguamento degli assegni all’inflazione: secondo quanto rilevato dai dati Istat, l’aumento spettante sulle pensioni sarà pari all’1,7%, senza considerare un eventuale conguaglio alla fine del 2022.

Sulla base del decreto, dunque, tutte le prestazioni riconosciute dall’Inps aumenteranno sino a un massimo dell’1,7%, in base all’importo dell’assegno; in merito alla rivalutazione definitiva, si deve comunque attendere il conguaglio al termine del 2020.

Gli aumenti del 2022 non riguardano solo le pensioni Inps dirette (di vecchiaia, di anzianità, anticipata…), ma anche gli assegni e le pensioni d’invalidità e d’inabilità, l’assegno e la pensione sociale e le pensioni ai superstiti. Inoltre, i trattamenti che sono limitatamente cumulabili con gli altri redditi, ad esempio l’assegno ordinario d’invalidità e la pensione di reversibilità, subiranno delle riduzioni più basse per effetto dell’incremento delle soglie di reddito, basate sul trattamento minimo, che aumenterà a sua volta.

Per le pensioni più alte, la rivalutazione del trattamento non è totale, ma l’adeguamento al costo della vita va dal 100% al 75% dell’inflazione, secondo l’importo dell’assegno; le pensioni sino a 3 volte il trattamento minimo beneficiano del 100% della rivalutazione, mentre alle pensioni da 3 a 5 volte il trattamento minimo si applica il 90% della rivalutazione; oltre 5 volte il minimo la perequazione è ridotta al 75%.

In sintesi:

- si applica la rivalutazione al 100% dell’inflazione sulla quota di pensione fino a 3 volte il trattamento minimo Inps;

- viene invece applicata la rivalutazione al 90% sulla quota compresa tra 3 e 5 volte il trattamento minimo;

- viene infine applicata la rivalutazione al 75% sulla quota superiore a 5 volte il trattamento minimo.

Considerando che il trattamento minimo per il 2021 è pari a 515,58 euro, le fasce risultano dunque le seguenti.

- adeguamento del 100% fino a 2.062,32 euro di pensione lorda;

- adeguamento del 90% da 2.062,33 a 2.577,90 euro di pensione;

- adeguamento del 75% se l’assegno va oltre i 2.577,90 euro.

Rivalutazione delle pensioni 2022

Poiché i trattamenti pensionistici 2022 in via provvisoria beneficiano della perequazione considerando l’incremento dell’1,7%, nel concreto la rivalutazione è pari:

- all’1,7%, per le pensioni fino a 3 volte il minimo;

- all’1,53%, per le pensioni di importo da 3 a 5 volte il minimo;

- all’1,275%, per le pensioni di importo oltre 5 volte il minimo.

Aumento della pensione nel 2022

Osserviamo, sulla base dell’importo della pensione, quali aumenti degli assegni mensili comporta la perequazione 2022:

- se l’importo della pensione lorda è pari a mille euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 13,09 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 1500 euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 18,62 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 2mila euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 24,82 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 2500 euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 25,89 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 3mila euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 29,96 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 3500 euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 33,92 euro;

- se l’importo della pensione lorda è pari a 4mila euro, l’aumento della rivalutazione netto risulta pari a 27,87 euro.

È importante sottolineare che, dal 2022, non si applicherà più il cosiddetto taglio delle pensioni d’oro. Le pensioni di importo più elevato (per il 2021 superiore a 100.200 euro annui) non subiranno dunque più, dal 1° gennaio 2022, il taglio fisso in misura percentuale, attraverso l’applicazione di un contributo di solidarietà.

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