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Piazza Fontana, Li Gotti: "Delle Chiaie uomo chiave"

08 dicembre 2019 | 16.23
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L'avvocato, che è stato legale di parte civile al processo: "Sulla strage si saldò fronte destabilizzante. Nostra fragile democrazia costruita sui misteri"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

“Sulla strage di Piazza Fontana la verità non è ancora affiorata, tutti i processi che si sono fatti finora hanno addensato i dubbi, non le certezze”. Lo afferma all’Adnkronos, commentando i 50 anni dalla strage di piazza Fontana, l’avvocato Luigi Li Gotti, che è stato legale di parte civile al processo.

Io che ho seguito i diversi processi sono convinto che su quella strage si era saldato un fronte destabilizzante che ritengo si sia servito di piccoli gruppi anarchici ‘sbandati’. Penso che il personaggio chiave in questa vicenda sia stato Stefano Delle Chiaie e che Mario Merlino fosse un uomo al suo servizio - sottolinea Li Gotti - Indicativo è il fatto che Delle Chiaie mentre veniva interrogato dal magistrato Vittorio Occorsio chiese il permesso per andare in bagno e scappò via".

Quanto a Merlino, “trovato in possesso di tutti i nomi di quelli che frequentavano il circolo anarchico, fu il figlio della compagna di Delle Chiaie a fornirgli un alibi, dicendo che al momento della strage si trovava a casa sua: stranamente però - continua l'avvocato Li Gotti - il ragazzo 'testimone' che si trovava in carcere e stava per uscire si suicidò proprio alla vigilia della sua deposizione”.

Su questo, “ci sono le terribili intercettazioni delle due sorelle del giovane, in cui dicono: ‘Nostra madre pur di salvare Stefano sta mandando a fondo Claudio’. E’ evidente quindi che il ruolo centrale lo ha avuto Delle Chiaie, attorno a lui accadono tutti questi strani avvenimenti”.

“A causa di questi eventi, processualmente si perse la visione d’insieme. Così oggi la strage di Piazza Fontana rimane uno dei misteri su cui è costruita la storia della nostra, fragile, democrazia. C’è un filo rosso fatto di misteri: Pecorelli, Calvi, Sindona, le stragi, con cui è tessuta la nostra storia - afferma Li Gotti - Oggi a molte domande non si può più rispondere perché i protagonisti col tempo muoiono ma la nostra democrazia è stata condizionata da queste presenze e da interessi che non hanno un volto ma che ci sono stati e forse sono ancora esistenti. Questi protagonisti - conclude - che forse vivono ancora tra di noi, hanno contribuito a far nascere la nostra giovane democrazia sulla base di misteriosi avvenimenti”.

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