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**Pil: Upb alza stima 2022 al 3,2% e taglia 2023 allo 0,9%**

02 agosto 2022 | 19.41
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Foto Adnkronos
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''Alla luce dei cambiamenti avvenuti negli ultimi mesi'', l’Upb modifica le sue previsioni sull’andamento dell’economia italiana nel biennio 2022-23. Le stime relative al 2022 migliorano di tre decimi, dal 2,9% elaborato lo scorso aprile al 3,2%, ''in virtù dei favorevoli andamenti del primo semestre, che ha beneficiato di una politica di bilancio espansiva''. E' quanto si legge nella nota sulla congiuntura di agosto dell'Ufficio parlamentare di bilancio. La previsione sul 2023, invece, ''subisce un taglio di 1,2 punti percentuali rispetto alle stime di primavera e scivola allo 0,9%. La revisione in negativo è dovuta in primo luogo al protrarsi del conflitto in Ucraina, che si traduce in un deterioramento della domanda estera e in una maggiore persistenza dell’inflazione.

L'Upb ricorda che ''dopo la battuta d’arresto del primo trimestre, l’economia italiana ha rapidamente ripreso a crescere in primavera, anche grazie alla progressiva eliminazione delle restrizioni per il contrasto alla pandemia''. L'Istat la settimana scorsa, diffondendo i dati preliminari sul pil, ha delineato ''un incremento dell’attività economica nel secondo trimestre dell’1%, ascrivibile alla dinamica di tutti i principali settori produttivi, con l’eccezione dell’agricoltura''.

Sul fronte del lavoro l'Ufficio parlamentare di bilancio rileva che ''l’occupazione ha continuato a espandersi, le pressioni salariali restano moderate, ma aumentano i posti di lavoro vacanti''. Passando all’inflazione, l'Upb ricorda che ''ha raggiunto i valori massimi delle ultime tre decadi, sta aumentando anche la componente di fondo e il clima di fiducia delle famiglie sta peggiorando. In base agli indicatori congiunturali prospettici l’attività economica s’indebolirebbe nella seconda metà dell’anno''.

Il quadro macroeconomico dell’economia italiana, scrive l'Upb, ''è circondato da un’incertezza estremamente elevata, a fronte del possibile verificarsi di diversi scenari avversi, soprattutto sui mercati delle materie prime e sul commercio mondiale''. Il rischio principale, spiega l'Ufficio, ''è rappresentato dalle tensioni geopolitiche con la Russia, in particolare per le forniture di gas naturale all’Europa, il cui eventuale arresto avrebbe ripercussioni rilevanti nel 2023''.

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