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Porti, Musolino: "Pnrr rischio occasione mancata per rilancio"

11 aprile 2021 | 11.06
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Il presidente dell'Adsp del mar Tirreno centro-settentrionale i numeri parlano e dicono che l’Italia ancora non ha intrapreso la giusta rotta

Porti, Musolino:

Il Pnrr rischia di essere un’occasione mancata per il rilancio della portualitá nazionale e per fare dell’Italia la piattaforma logistica del Mediterraneo. Un rischio reale se il recovery plan su 208 miliardi destina ai porti 3 miliardi. Per il presidente dell'Adsp del mar Tirreno centro-settentrionale Pino Musolino, i numeri parlano e dicono che l’Italia ancora non ha intrapreso la giusta rotta.

“il Pnrr non pone oggi le basi di investimento anticiclico vero per ripartire con capacità operative migliori", avverte Musolino in un’intervista all’Adnkronos.

"La ripartenza del Paese - evidenzia - può e deve passare attraverso i porti che sono i cancelli di accesso di traffico di merci e passeggeri e possono essere poli di innovazione e sviluppo. Parliamo da sempre di Italia come piattaforma logistica del Mediterraneo ma poi non si fa mai veramente quel salto per tradurre queste parole in realtà con scelte strategiche".

Più attenzione, dunque, alla portualitá, che si deve declinare in adeguati e differenziati sostegni da scalo a scalo."Non è vero che tutti i porti hanno avuto tutti la stessa botta e per questo una politica di ristori e di sostegni deve dare a condizioni differenti soluzioni differenti. Non si tratta di mettere un porto contro l'altro ma non tutti i porti sono uguali e di questo bisogna tenere conto. Senza un adeguato sostegno, il rischio è che la leadership che si è conquistata se ne va. Civitavecchia è il primo porto per crociere del Mediterraneo, il quarto/quinto al mondo. Da questo punto di vista, serve una maggiore attenzione rispetto a una politica di ristori e di sostegni", insiste.

“Abbiamo un ministero con persone che non sempre ascoltano con spirito critico ma mostrano una certa permalosità e vendicatività”, rileva Musolino. Guardando al futuro, anche se si naviga ancora a vista e nonostante "gli stop and go" imposti dall'andamento della pandemia, “ora dobbiamo essere ottimisti per forza”. "In questi mesi abbiamo dimostrato di avere una capacità organizzativa e gestionale importante. Le prime crociere sono ripartite in sicurezza da noi e non negli Usa o in un altro Paese. Se si pensa che la prima nave è partita con 137 passeggeri e ora siamo arrivati a 2000, parliamo di numeri non certo risibili ma molto incoraggianti. Insomma, il sistema ha tenuto e gli altri porti mondiali ci stanno guardando: possiamo dire di essere stati bravi e, una volta tanto, possiamo non darci la croce addosso".

Ma ora la scommessa per una solida ripartenza si gioca sul progresso della campagna vaccinale. "Dopo aver fatto tanto, non possiamo giocarci la credibilità e le navi devono essere luoghi assolutamente sicuri. Questo vale per le crociere e vale per i traghetti che in questo periodo hanno garantito i collegamenti in continuità territoriale con la Sardegna e la Sicilia e non si sono mai fermati", evidenzia Musolino.

“I passeggeri, come ad esempio gli americani, devono essere messi in condizione di raggiungere i porti di partenza delle crociere”, dice Musolino. Occorre poi "fare un accordo intraeuropeo con Paesi come la Spagna e la Francia" per allargare la prospettive e andare oltre l'orizzonte nazionale. "Ne ho parlato - riferisce - con la viceministra Bellanova nella sua recente visita a Civitavecchia. Si può pensare prima a un accordo con i Paesi del Mediterraneo occidentale e poi pensare anche a un’intesa con la Croazia, Grecia e Cipro”.

"L'importanza del settore non è data solo dalla crociere ma anche dal fatto che siamo i più grandi costruttori di navi da crociera”, spiega ancora Musolino. Inoltre, “le ricadute sono molto più ampie, vanno ben oltre i tour operator e investono una filiera molto complessa con un ‘effetto farfalla’ molto marcato”.

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