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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 febbraio 2015 | 10.02
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La crisi economica internazionale al centro delle pagine dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Non cambieremo l’impianto dei primi due decreti di attuazione del Jobs act. C’è, è vero, una discussione sui licenziamenti collettivi. Ma il nodo sarà sciolto all’ultimo momento". Così, in un colloquio con il 'Corriere della Sera', Filippo Taddei, responsabile economico del Pd, uno dei protagonisti nella messa a punto della legge delega di riforma del mercato del lavoro.

Per Taddei "il governo non vuole dare segnali di arretramento sulla riforma".

"Come mi sento? Schifato...". Giovanni Luciano, segretario generale della Cisl Trasporti, con 'Il Messaggero', messo davanti al caso dei 36 piloti italiani denunciati per truffa, mica ci gira intorno: "E pensare che ci siamo battuti per loro...".

Ma chi sono questi piloti in cassa integrazione? Da dove sbucano? "Sono quelli che nel 2008 -continua Luciano- hanno perso il posto di lavoro e che hanno ottenuto la garanzia di un trattamento pari all' 80 per cento dello stipendio, per i sette anni successivi. Sentire adesso che alcuni di questi sono andati a volare all' estero e non l' hanno comunicato all' Inps, beh, questo vuol dire rubare alla collettività".

"Solo un intervento politico deciso, di rottura, di solidarietà, può restituire dignità all' Europa. Invece appena Tsipras pronuncia la parola "ristrutturazione del debito" che vuol dire allungare i tempi, aspettare la risalita del Pil per restituirli, forse concederne qualcuno nuovo, scatta la tagliola di opposizioni, di minacce, insomma la sindrome della paura". Così, intervistato da 'La Repubblica', James Galbraith, economista di primo piano, docente all'università del Texas dove è collega e grande amico di Yanis Varoufakis, neo-ministro delle Finanze greco, con il quale ha scritto il libro "Modesta proposta per uscire dalla crisi dell'euro".

"Si devono calmare gli animi -continua- per cominciare un negoziato vero. Ho sentito qualche capo europeo esasperato perché ad ogni cambio di governo greco si sentono fare proposte nuove e si deve ricominciare daccapo: scusate, ma allora le elezioni che si fanno a fare? Allora non le facciamo per niente e facciamo governare tutto alla Germania o alla Bce".

"Sì, beneficiamo di una crescita decisamente importante da anni, un segno di forte positività. Il fatturato sale del 14,4%, passando dai 166,7 milioni di euro del 2013 ai 185 milioni del 2014". Così, intervistato da 'La Stampa', l'amministratore delegato dell'azienda 'Mutti', Francesco Mutti, pronipote del fondatore Marcellino, figlio del presidente Marcello, quarta generazione della famiglia che controlla il 95% del capitale (il restante 5% è di Sodica-Credit Agricole).

"Si pensa generalmente all'Italia -continua Mutti- come un luogo in cui si soffre. In realtà, esiste invece la disponibilità del consumatore a investire per avere un upgrade qualitativo".

"Noi seguiamo -continua- una omogenea crescita interna ed estera. Svezia, Finlandia, Norvegia, Giappone, Australia, Stati Uniti: Paesi dai consumi pro-capite diversi dall' Italia, ma dagli sviluppi molto interessanti. Crescere sensibilmente in luoghi dove non facciamo comunicazione ci soddisfa anche in chiave di prospettiva del prodotto".

"Se serve a coordinare l' azione dei ministeri e a fare pressione sull' agenda politica affinché ci sia l' attenzione necessaria, potrebbe avere un senso. Ma bisogna evitare il rischio di guardare a questo problema come questione territoriale. Nulla servirà, se non si cambia il segno della politica macroeconomica nazionale ed europea, orientandole verso la crescita". Così l'esponente del Pd, Stefano Fassina, intervistato dal 'Mattino' sulla possibilità di creare il ministero del Mezzogiorno.

"Le nuove misure per l'impiego del Jobs Act vanno nella direzione giusta e possono davvero favorire l'occupazione ma per rimettere in moto il Paese occorre fare di più. Completare le riforme istituzionali, disboscare la giungla della burocrazia e soprattutto abbassare il peso fiscale". È questo il messaggio che oggi il presidente Silvestre Bertolini lancerà all' Assemblea della Cida, la confederazione dei dirigenti d' azienda, e che anticipa in un'intervista a 'Il Tempo'.

"Per descrivere la differenza tra gli scudi fiscali del passato e la 'voluntary disclosure', possiamo dire che quelli erano una fotografia, e questa è un film vero e proprio". Usa questa immagine Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili, intervistato da 'Il Sole 24 ore', per spiegare che la 'voluntary disclosure' è una ricostruzione storica, quindi lunga e complessa, del comportamento di chi ha nascosto ricchezze all' estero. E aggiunge.

"E' davvero l'ultima spiaggia -conclude- per chi ha disponibilità finanziarie oltre confine e vuole evitare il rischio di non poterle più usare".

Per non disperdere il potenziale offerto dai fondi strutturali servono un monitoraggio continuo e verifiche periodiche. A parlare, con 'Il Sole 24 ore', è Lanfranco Senn, direttore scientifico di Gruppo Clas, che invita le Regioni a partire con il piede giusto con l' attuazione della programmazione 2014-2020.

Secondo Senn "la crisi mondiale ha inciso negativamente sull' avanzamento dei Programmi cofinanziati, che in fase di attuazione hanno dovuto fronteggiare sfide nuove rispetto alla fase di programmazione. Nel 2007 sono stati messi a punto programmi per finanziare investimenti in ricerca e sviluppo per le imprese, ma nel 2010 queste ultime sono finite nella morsa del credit crunch".

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