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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

13 febbraio 2015 | 10.01
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La crisi economica al centro dei giornali in edicola.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Gli ispettori stanno chiudendo la verifica sulle assenze di massa dei vigili di Roma alla fine dell'anno ma una volta tirate le somme potrebbero essere pochi quelli che non hanno una giustificazione formalmente legittima". E' quanto spiega, in un colloquio con 'Il Messaggero', il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia.

Insomma, "ci potrebbe essere qualcuno che non ha prodotto il certificato medico, o magari qualche dirigente che non ha disposto le visite fiscali, ma da un punto di vista numerico", ragiona il ministro, "è chiaro che la maggior parte dei vigili che si è assentato lo ha fatto nel rispetto formale delle norme vigenti". Se la forma della legge, come spiega Madia, è rispettata, non c'è allo stato attuale delle norme la possibilità di sanzionare disciplinarmente il comportamento scorretto dei dipendenti dello Stato.

"Questo", dal punto di vista del ministro, "pone un problema: è necessario avere degli strumenti per colpire anche le assenze di massa come nel caso dei vigili di Roma, o quelle reiterate, come per esempio un dipendente che si ammala ogni lunedì". In che modo potrà avvenire? L' idea alla quale si lavora è quella di "agire all'interno della delega sulla Pubblica amministrazione, utilizzando i decreti attuativi che", spiega il ministro, "in base all'articolo 13 del provvedimento in discussione al Senato, ci permettono di rendere concreto l' esercizio dei procedimenti disciplinari".

"Stop a visioni di parte e ideologie, la realtà ha cambiato il mercato del lavoro ed è ora che anche gli altri sindacati se ne rendano conto". Così Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl, intervistato da 'Libero Lavoro'.

"Ho lavorato per anni sul territorio (lombardo, ndr) e credo che alle rigidità imposte dallo Stato centrale -continua- le imprese abbiano risposto autoregolandosi verso la flessibilità e spesso poi degenerando con forme contrattuali che non tutelano il lavoratore".

"Oggi invece le potenzialità aperte dal contratto a tutele crescenti -continua- sono grandi, perché l' imprenditore ha davanti a sè costi certi per una risoluzione di tipo economico del rapporto. L'esperienza mi ha insegnato che l'impresa capace di competere è quella che ha fatto un salto di qualità anche sul capitale umano, che vi investe e ha interesse a formarlo".

"Non sarà più un' Italia a due velocità", assicura al Messaggero l' amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno ricordando che "questo è un momento importante per l' Italia, gli obiettivi dell' Agenda Digitale 2020 sono vicini e c' è bisogno di prendere decisioni importanti per tutti".

"Nel 1999 Fastweb, che dalla nascita ha investito 9 miliardi e 400 ogni anno in infrastrutture di rete e innovazione -spiega- è stato il primo operatore a realizzare una rete di accesso in fibra ottica che raggiunge 2 milioni di unità immobiliari a Milano, Genova, Bologna, Torino, Roma, Bari e Napoli. Non ci interessa portare la tecnologia a piccole parti del Paese ma a tutti gli italiani. Oggi è possibile usare la Ftcc, ovvero la fibra fino all'armadio stradale, cioè in prossimità dell'abitazione dell'utente. Si tratta di tecnologie alternative, più sostenibili perché costano il 70% in meno rispetto della fibra tradizionale, e super rapide perché consentono di realizzare la rete con tempi più veloci".

"Con il provvedimento sull'Iva, si colpisce il cuore dell'industria italiana: la media impresa. Ma noi imprenditori non possiamo farci prendere dalla paura e tornare indietro". E' stato il primo a denunciare il meccanismo iniquo del «reverse charge», Alberto Balocco, presidente e amministratore delegato della Balocco Spa, una delle aziende italiane a maggior crescita nel settore alimentare negli ultimi anni, oggi intervistato da 'Avvenire'.

Ha parlato sin da subito di "colpo mortale" per chi ha fatto grandi investimenti e ha scommesso sull'occupazione. Ora che il dibattito, sia pur timidamente, si è aperto, non fa sconti al governo. "In economia l'incertezza fa male -spiega- e chi ha continuato a produrre e a crescere negli anni della crisi, adesso non può vedere un cambiamento repentino delle regole in corso d' opera, che rischia di compromettere importanti piani di sviluppo".

Nel nuovo 'attacco' anche alle Bcc Stefano Fassina, deputato Pd già vice-ministro del Tesoro, intervistato da 'Avvenire' vede "un approccio ideologico che assume a priori la superiorità di un modello di organizzazione bancaria che è contraddetto dai dati e lontano dalla nostra cultura. E che apre spazi a interessi forti".

"Ma non è la prima volta che su temi economici fondamentali l'agenda di Renzi è in linea con quella liberista europea. L'eliminazione del voto capitario è sbagliata, cancella un modello di democrazia economica. È uno dei pochi presidi -conclude- rimasti in tal senso, pur con le sue contraddizioni".

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