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Fisco: Rete professioni tecniche, obbligo Pos aumenta costi attività

Audizione presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera.

Fisco: Rete professioni tecniche, obbligo Pos aumenta costi attività
08 ottobre 2014 | 10.01
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"L'introduzione dei pagamenti con i Pos porterà a un incremento dei costi per l’esercizio dell’attività professionale non direttamente correlati all’attività stessa". A dirlo la Rete delle professioni tecniche (Rpt), in audizione presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera. La Rete ha fatto presente che "gli interventi normativi del biennio 2011-2012 hanno rivoluzionato il sistema delle professioni ordinistiche, determinando una serie di oneri aggiuntivi e gravosi per i professionisti".

"L’introduzione dell’obbligo della formazione continua e dell’assicurazione professionale -ha elencato- l’abrogazione delle norme tariffarie, l’istituzione di organi di disciplina autonomi dagli organi amministrativi: tutte novità che pongono il sistema italiano delle professioni all’avanguardia, ma che determinano costi elevati, cui i professionisti si fanno carico senza alcun sostegno pubblico".

"Tutto ciò -ha affermato Lorenzo Benanti, presidente Cnpa periti agrari- avviene in una congiuntura economica che è la più difficile degli ultimi 70 anni. I redditi professionali hanno subito una drastica contrazione, superiore mediamente al 30%. In questo contesto lo Stato continua a trattare i professionisti come figli di un dio minore. Se da un lato -ha chiarito- è stato introdotto l’obbligo di formazione continua, dall’altro lo Stato non consente al professionista la totale deduzione delle spese sostenute per effettuarlo. Come se non bastasse, i dipendenti degli studi professionali sono stati esclusi dalla cassa integrazione guadagni in deroga. Aggiungere un ulteriore balzello di 150 euro all’anno per il solo mantenimento del pos suona come una beffa inaccettabile".

A questo proposito, la Rete ha fatto presente come "il mancato utilizzo dei pagamenti elettronici sia, nel nostro paese, più legato ad un fattore culturale che ad una mancanza di servizi pos". E’ presumibile, dunque, che l’introduzione dell’obbligo di accettare questo tipo di pagamenti inciderà minimamente sulla diffusione dell’utilizzo dello strumento stesso", ha avvertito. "A fronte di un basso risultato -ha rilevato la Rete- si assisterà, invece, a un incremento dei costi per l’esercizio dell’attività professionale non direttamente correlati all’attività stessa. Oltretutto, considerando i limiti di pagamento effettuabili attraverso le carte di debito e il dato medio per singola transazione (non superiore ai 70 euro in media), l’utilizzo di questo strumento ha una portata limitata soprattutto per quanto concerne l’attività dei professionisti tecnici".

"Il 13 dicembre 2013 -ha ricordato il coordinatore della Rete e presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano- il ministero dello Sviluppo economico aveva elaborato uno schema di decreto che rispondeva appieno alle istanze manifestate dalla Rete. Escludeva, ad esempio, dall’obbligo i pagamenti effettuati all’esterno degli studi professionali".

"Inoltre, si consideravano solo -ha continuato- le transazioni con consumatori o utenti e si poneva un limite oltre al quale scattava l’obbligo: 300 mila euro per i primi sei mesi di entrata in vigore del decreto, 200 mila euro una volta decorsi i sei mesi. Tale impostazione, condivisibile, è stata completamente disattesa dal decreto del 24 gennaio 2014. La Rete chiede semplicemente il ripristino delle condizioni di applicazione dell’obbligo previste dallo schema di decreto dello scorso 13 dicembre 2013".

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