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Rinnovabili: addio sistemi di accumulo a litio, le nuove batterie sono organiche

08 giugno 2017 | 19.36
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(Fotolia)
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Addio batterie a litio, i nuovi sistemi di accumulo per le energie rinnovabili sono organici basati sul chinone, molecola presente nel rabarbaro ed in altre piante. L'innovazione arriva da Green Energy Storage che su Mamacrowd ha lanciato lo scorso 30 maggio una raccolta fondi che in soli 10 ore ha raggiunto l’obiettivo massimo prefissato di 500 mila euro dell’offerta. L'ammontare infatti ha già superato i 770.000 euro grazie alla partecipazione di oltre 200 investitori. Le adesioni sono andate oltre le attese, ma la raccolta non si ferma e rimane aperta per altri 80 giorni.

Forte di un accordo di esclusiva per l'Europa con l'Università di Harvard, Green Energy Storage ha già raccolto finanziamenti dall’Unione Europea attraverso il bando Horizon 2020. I sistemi di accumulo consentono di utilizzare l'energia prodotta da fonti rinnovabili con flessibilità, risolvendo il problema dell'intermittenza e riducendo i costi.

Rispetto a quelle tradizionali basate sul litio, le batterie fluide sviluppate da Green Energy Storage sono utilizzabili su impianti di grossa scala, hanno un costo di produzione competitivo, standard di sicurezza più elevati e utilizzano molecole organiche con un impatto ambientale positivo.

Da un esperimento dell’Università di Harvard su scala di 1 Watt, Green Energy Storage ha sviluppato un prototipo funzionante da 3KW, già in fase di testing, con potenziali applicazioni che vanno dall’utilizzo domestico ad impianti industriali di grandi dimensioni.

Il team è composto da manager e imprenditori con esperienza trentennale e si avvale di un comitato scientifico composto da professori di Università di Harvard, Università di Roma Tor Vergata e Fondazione Bruno Kessler, oltre che del lavoro di 15 ricercatori.

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