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Roma, Berlusconi lavora a 'gazebarie': 3 quesiti per i cittadini

05 marzo 2016 | 18.20
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Silvio Berlusconi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Silvio Berlusconi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Le hanno già ribattezzate le 'gazebarie'. Il 19 e 20 marzo sarà il giorno della verità per il centrodestra sulla candidatura di Guido Bertolaso per le comunali di Roma. Una sorta di consultazione confermativa, dove sulla scheda prestampata si potrà votare solo un nome, quello dell'ex capo della Protezione civile, appunto. Silvio Berlusconi starebbe lavorando all'organizzazione dell'evento per preparare al meglio l'appuntamento, che sancisce l'avvio ufficiale della campagna elettorale nella Capitale. Questa mattina, ci sarebbero stati contatti tra i big romani azzurri per definire modalità e contenuti dell'iniziativa.

In queste ore circolerebbe, apprende l'Adnkronos, una bozza della 'scheda' che verrà consegnata ai gazebo per votare il candidato-sindaco con tre quesiti rivolti ai cittadini. 'Consideri Bertolaso l'uomo giusto per governare Roma?', sarebbe la prima domanda. 'Quale delibera vuoi che sia approvata nei primi 100 giorni?', la seconda. Infine il terzo quesito: 'Quali sono i temi prioritari per rilanciare Roma e liberarla dal degrado?'.

Appena lanciate, le 'gazebarie' già fanno discutere. Tra le file di Fi e di Fdi c'è chi teme che possano essere intese come un plebiscito per il candidato indicato da Berlusconi e Giorgia Meloni, con il forte rischio, in mancanza di regole precise, di un possibile boicottaggio da parte degli scettici e di chi non ha mai condiviso la scelta di schierare Bertolaso.

C'è chi, invece, è convinto che l'escamotage ideato dal Cav per consentire ai romani di votare il gradimento al candidato-sindaco attraverso un ''passaggio popolare'', possa funzionare e accontentare una volta per tutte la Lega, anche se Matteo Salvini ha ribadito il 'no' all'ex sottosegretario, ma senza minacciare rotture come faceva fino a qualche giorno fa.

Il dibattito è aperto. E il timore di un flop impone chiarezza sulle modalità del voto. Fdi invita a fare presto, forse per evitare nuove tensioni interne, e per bocca di Giorgia Meloni chiede di scendere in piazza entro la prossima settimana (il top sarebbe il 12 e 13 marzo), perché ''alla gente non interessano le beghe di partito''.

Altri, poi, nel centrodestra, vogliono accelerare perché preoccupati da una possibile mobilitazione delle 'truppe' di Andrea Augello e Francesco Storace, ma anche di Alfio Marchini per far fallire l'iniziativa. ''Prima si fanno le 'gazebarie' e meglio è, si evitano polemiche sui giornali e nuove tensioni tra gli alleati'', dice un big azzurro.

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