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Russia. Niente Ikea? I mobili li faranno i carcerati

27 luglio 2022 | 16.21
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"Le colonie penali potrebbero prendere il posto" dell'azienda svedese. "Se paragoniamo i mobili, la qualità è migliore e i prezzi sono più bassi", ha dichiarato Ivan Sharkov, capo del programma di lavoro per i carcerati della regione di Sverdlosk.

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Se l'Ikea ha lasciato la Russia a causa dell'invasione dell'Ucraina e delle sanzioni, a costruire mobili a prezzi popolari ci penseranno i carcerati. Compagnie statali e municipali hanno firmato un contratto da 600 milioni di rubli (10 milioni di dollari) con le colonie penali della regione degli Urali per la produzione di mobili, scrive il quotidiano locale Oblastnaya Gazeta, rilanciato da Moscow Times.

"Le colonie penali potrebbero prendere il posto dell'Ikea. Se paragoniamo i mobili, la qualità è migliore e i prezzi sono più bassi", ha dichiarato Ivan Sharkov, capo del programma di lavoro per i carcerati della regione di Sverdlosk. Il colosso svedese dei mobili è una delle centinaia di società occidentali che hanno chiuso i battenti in Russia nel quadro delle sanzioni occidentali per l'attacco all'Ucraina.

Le autorità russe hanno recentemente esteso i programmi di lavoro nelle carceri, anche per far fronte ad una carenza di forza lavoro, scrive Moscow Times, ricordando che a febbraio il servizio carcerario federale aveva annunciato la creazione di centri correzionali per persone alla prima condanna o responsabili di reati minori. Allora era stata negata l'intenzione di voler ricostruire i campi di lavoro del sistema dei gulag di era sovietica.

"Non saranno dei gulag, avranno condizioni nuove e decenti", aveva assicurato l'allora capo del sistema carcerario, Alexander Kalashnikov. In una recente fiera a Yekaterinburg, negli Urali, sono stati messi in vendita beni per 3,5 milioni di rubli (58mila dollari) prodotti in 30 istituti carcerari di sette regioni russe. Non è chiaro tuttavia quali siano le condizioni di lavoro imposte ai carcerati.

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