Fumo, cardiologo Fedele: "Più certezze su efficacia dispositivi alternativi nel ridurre rischi"

"Il progetto italiano di Consensus Delphi nel campo della ricerca sulle migliori strategie vuole allargare sempre di più il campo di esperti e specialisti coinvolti"

Fumo, cardiologo Fedele:
02 ottobre 2025 | 16.53
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"Ci sono lavori scientifici consolidati che dimostrano un minor effetto in termini di assunzione di sostanze quando si usano i prodotti a tabacco riscaldato rispetto alla sigarette. In campo cardiovascolare e pneumologico i dati sono incoraggiati, con effetti a medio termine sull'apparato cardiocircolatorio. C'è un lavoro coreano del 2024 che ha esaminano dei pazienti dopo l'angioplastica, e tra chi è passato dalla sigaretta tradizionale ai dispositivi a rischio ridotto si sono registrati meno eventi cardiovascolari rispetto a chi non l'ha fatto. Come Istituto nazionale per le ricerche cardiovascolari (Inrc) stiamo portando avanti uno studio sul carico vascolare dell'arteriopatia degli arti inferiori, i soggetti che hanno poi un problema di claudicazione, per vedere gli effetti del fumo tradizionale rispetto a coloro che passano a prodotti senza combustione". Lo spiega all'Adnkronos Salute Francesco Fedele, professore emerito di Cardiologia all'università Sapienza di Roma e presidente dell'Inrc, tra i relatori dell'ottavo 'Summit Tobacco Harm Recuction' di Atene promosso da Scohre, un'associazione indipendente che si batte per rinnovare le strategia di riduzione del danno da fumo.

"Servono studi a lungo periodo e immagino arriveranno, ma serve anche lavorare sulla formazione dei medici e sull'interazione sempre più stretta con le istituzioni", sottolinea. "Il progetto italiano di Consensus Delphi nel campo della ricerca sulle migliori strategie per ridurre il danno da fumo, a cui ho partecipato, vuole allargare sempre di più il campo di esperti e specialisti coinvolti su quest temi. Dobbiamo rompere le posizioni ideologiche che ancora permangono sui prodotti a tabacco riscaldato come utile strategia di riduzione del rischio", è l'invito del cardiologo. "Io ripeto spesso che non devono essere un metodo per smettere di fumare, ma un'alternativa per ridurre il rischio. Sono raccomandati per chi è ad alto rischio e non è riuscito con altre strategie a smettere con il fumo, anzi continua. Vedo tantissimi pazienti con problemi al cuore che continuano a fumare", rimarca.

C'è un Piano europeo per la salute cardiovascolare, "le malattie cardio-cerebrovascolari restano la prima causa di mortalità nel mondo. Come Inrc abbiamo lanciato pochi giorni fa a Roma 'Il tuo cuore nelle tue mani', che nasce per incoraggiare ogni cittadino a prendersi cura della propria salute cardiovascolare informandosi, sottoponendosi a controlli di base e adottando comportamenti di prevenzione. All'evento ha partecipato anche il ministro della Salute Schillaci, quindi ci poniamo come interlocutori delle istituzioni italiane, ma anche in Ue. In Italia il 23% della popolazione fuma e questo dato non si abbassa: vuol dire che le politiche per ridurre il rischio non stano funzionando - conclude Fedele - e dobbiamo lavorare tutti insieme per migliorarle".

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