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Trieste: Serracchiani commissario straordinario per crisi industriale Ferriera

07 agosto 2015 | 14.07
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Trieste: Serracchiani commissario straordinario per crisi industriale Ferriera

La presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, è stata nominata oggi, a Roma, con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, commissario straordinario per l'attuazione degli interventi della crisi industriale complessa di Trieste. Il decreto è stato firmato a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti.

La nomina conferisce i poteri di realizzazione dei lavori di bonifica del sito della Ferriera di Servola dichiarati urgenti. Il commissario potrà costituire una struttura commissariale a supporto, senza oneri aggiuntivi per la pubblica amministrazione, avvalendosi delle risorse professionali già presenti.

Contestualmente, oggi è stato sottoscritto l'Accordo di programma quadro tra l'Agenzia per la coesione, i ministero dello Sviluppo economico e dell'Ambiente e la Regione Friuli Venezia Giulia, con il quale si disciplina l'erogazione delle risorse pubbliche destinate agli interventi di bonifica e messa in sicurezza dell'area industriale di Servola. L'importo complessivo previsto ammonta a 41,5 milioni di euro, di cui 26,1 già a disposizione della Regione e 15,4 milioni destinati dal Cipe a valere sul Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020.

L'Accordo di programma quadro è stato sottoscritto, sempre a Palazzo Chigi, da Maria Ludovica Agrò, per l'Agenzia per la coesione territoriale, dal direttore generale vicario Fancesco Gigliani per il ministero dell'Ambiente, dal direttore generale Stefano Firpo, per il ministero dello Sviluppo economico, dal direttore centrale dell'Ambiente Dario Danese, per la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.

La nomina di oggi, unitamente alla sottoscrizione dell'Accordo di programma quadro, rappresenta l'ultima tappa di un percorso iniziato nel gennaio 2014 con la sottoscrizione di un Accordo di programma per la messa in sicurezza e reindustrializzazione del sito industriale della Ferriera, sottoscritto dai ministeri dello Sviluppo economico, dell'Ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti, del Lavoro, da Invitalia, nonché dalla Regione, dall'Autorità portuale, dalla provincia e dal comune di Trieste.

Successivamente, dopo la manifestazione d'interesse da parte del Gruppo Arvedi verso lo stabilimento siderurgico, è intervenuto un altro Accordo di programma - cui la Regione e l'Autorità portuale di Trieste hanno aderito dando l'intesa - tra ministero dello Sviluppo economico, ministero dell'Ambiente e la newco Siderurgica Triestina Srl, che prevedeva la partecipazione alla bonifica a cura di Siderurgica Triestina, la reindustrializzazione dell'area e la messa in sicurezza dei suoli a carico del pubblico, attraverso il barrieramento fisico dell'area e mediante la realizzazione di un sistema di depurazione delle acque di falda.

Nell'ambito degli interventi programmati, sarà Invitalia, la società in house del ministero dello Sviluppo economico da questo indicata, che collaborerà alla soluzione degli aspetti progettuali e seguirà l'esecuzione delle opere, fino al collaudo delle stesse.

"Con questo Accordo di programma - ha commentato Serracchiani - si entra finalmente nella fase attuativa degli interventi pubblici a risanamento e tutela dell'ambiente e quindi anche della salute dei lavoratori e dei cittadini. Da quanto è stato perimetrato il sito d'interesse nazione di Trieste, nel 2001, questo è il primo intervento che prevede risorse finanziarie dello Stato al fine del risanamento e dello sviluppo industriale. Avverto la responsabilità di portare a termine un intervento tanto atteso da Trieste, dal suo tessuto produttivo e da tanti cittadini. Ringrazio il governo che nell'ultimo anno ha dato una decisiva accelerazione all'attuazione del progetto integrato che - ha concluso Serracchiani - vuole coniugare ambiente e produzione, pubblico e privato".

Una valutazione sottolineata anche dal sottosegretario De Vincenti, il quale ha definito il progetto "un intervento a trecentosessanta gradi" che, "oltre a consentire il recupero ambientale della zona, ha come obiettivo la ripartenza economica e occupazionale dell'impianto".

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