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Oro: acquisti banche centrali Russia e Olanda spingono i mercati

27 gennaio 2015 | 19.11
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Mosca si muove sulla scia delle sanzioni internazionali, mentre i Paesi Bassi tornano a comprare lingotti per la prima volta dal 1998. E le banche centrali si confermano protagoniste di un movimento che ha riportato le quotazioni oltre quota 1300 dollari

Oro: acquisti banche centrali Russia e Olanda spingono i mercati

A giudicare dai dati di dicembre (quindi precedenti al varo del Quantitative Easing e la mossa della banca centrale svizzera sul cambio del franco) l'oro promette di tornare al centro delle attenzioni degli investitori internazionali. Il mese scorso infatti le banche centrali di Russia e Olanda sono tornate a comprare oro in grandi quantità, aggiungendo 30,34 tonnellate alle loro già consistenti riserve. Interventi che sembrano giustificare la ripresa delle quotazioni, tornate vicino ai 1300 dollari l'oncia dopo essere scese fino a 1.150 a ottobre.

Se, alla luce dei problemi creati dalle sanzioni internazionali, il dato di Mosca non sorprende (ora le riserve della Federazione sono salite a 1207 tonnellate di oro), a stupire è la scelta olandese: l'aumento di 300 mila once (per un totale di 20 milioni, pari a 622 tonnellate) rappresenta il primo aumento delle riserve auree dei Paesi Bassi degli ultimi sedici anni. Peraltro l'Olanda - come anche la Germania - ha provveduto a rimpatriare parte dei lingotti detenuti all'estero come collaterale per eventuali operazioni monetarie di emergenza.

Questa duplice mossa conferma l'appetito delle banche centrali per il metallo prezioso anche se il sospetto di alcuni osservatori - per quanto riguarda la Russia - è che le riserve reali siano in realtà ben più alte di quanto dichiarato al Fondo Monetario Internazionale.

In questa classifica le riserve russe si pongono al quinto posto con un livello che è praticamente la metà delle riserve dell'Italia, terza dietro Usa e Germania. Ma potrebbe appunto essere una classifica menzognera, visto che per la Cina - riserve ufficiali a 1.054 tonnellate - il dato reale potrebbe essere superiore a 4 mila tonnellate.

Resta il nodo delle mosse delle banche centrali (a dicembre sono intervenute sul mercato anche quelle di Kazakhstan, Malaysia, Bielorussia, Grecia, Kirghizistan e Serbia) che ha fatto scrivere a un osservatore esperto come Richard Russell, autore di una delle newsletter finanziarie più popolari, che nel 2016 l'oro 'fisico' potrebbe essere letteralmente scomparso dai mercati. Perlomeno non a questi prezzi.

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