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Siccità, allevatori lanciano allarme: -25% latte in stalle Pianura Padana

04 luglio 2022 | 15.56
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Il direttore generale dell'Aia Mauro Donda all'Adnkronos: "Ogni vacca beve 160 litri di acqua al giorno. Ventilazione e doccette per alleviare stress da caldo alle vacche, +40% costi energia". "Serve stato di emergenza".

Siccità, allevatori lanciano allarme: -25% latte in stalle Pianura Padana

"Le alte temperature di questi giorni e la siccità stanno creando grandi problemi agli allevamenti italiani, in particolare di bovini del centro nord Italia, nella Pianura Padana, dove si sta combattendo per arginare un calo produttivo di latte fino al -25%". A lanciare l'allarme è Mauro Donda, direttore generale di Aia (Associazione Italiana Allevatori) che associa circa 20mila allevamenti, intervistato dall’Adnkronos.

"Le vacche in questo periodo sudano e bevono il doppio, dunque necessitano di 140, 160 litri al giorno di acqua. A destare le maggiori preoccupazioni è il calo produttivo che, nel caso degli allevamenti di vacche da latte, in Pianura Padana arriva fino al -25% ma anche l’accrescimento di carne ponderale degli animali è in calo" afferma Donda. Di qui le tecniche adottate dagli allevatori per alleviare lo stress agli animali con un maggiore utilizzo di impianti di ventilazione, doccette, e quanto altro che sta comportando maggiori costi energetici. Questa la situazione mentre il governo si accinge a deliberare lo stato d’emergenza per la siccità nelle aree maggiormente colpite e l’Associazione Italiana Allevatori (Aia) non può che unirsi al coro di richieste di interventi straordinari affinché venga proclamato lo stato di emergenza e di calamità oltre a sottolineare che "c'è una partita più strutturale sulla gestione della disponibilità idrica che deve essere assicurata sia per le colture che per l'allevamento".

Il direttore dell’Aia sottolinea un ulteriore elemento di preoccupazione rivolto ai "pascoli allo stato brado di bovini, pecore, eccetera, nelle zone appenniniche, dall’Umbria alla Toscana, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo, dove essendo piovuto pochissimo le bestie non possono disporre di acqua generalmente garantita dalle fonti e dunque gli allevatori in questo momento devono trasportare anche 4 volte al giorno l’acqua negli abbeveratoi".

Inutile dire che per rinfrescare le stalle e creare condizioni favorevoli all vacche gli allevatori devono affrontare ulteriori costi energetici, fino al + 40%. “I costi della bolletta energetica di una stalla media per la produzione di latte nell’Italia del nord – riferisce Donda - comincia a pagare 3-4mila euro al mese, dunque sono aumentati almeno del 40%”.

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