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Siria: Bremmer, Mosca non mollerà Assad, Usa si sentono ingannati

02 ottobre 2015 | 13.57
LETTURA: 3 minuti

Ian Bremmer  - (Foto di Richard Jopson)
Ian Bremmer - (Foto di Richard Jopson)

Difficilmente Mosca abbandonerà al suo destino Bashar al Assad, non si capisce come l'Occidente potrebbe costringere il leader siriano ad andare via e c'è da credere che la strategia di Vladimir Putin in Siria funzionerà, dal momento che l'amministrazione americana non ha alcun interesse ad un maggiore coinvolgimento in un altro Paese del Medio Oriente. Senza contare che gli Stati Uniti "sentono di essere stati ingannati" in questa partita. E' l'analisi che Ian Bremmer, esperto americano di politica estera e fondatore del think tank Eurasia Group, condivide con l'Adnkronos, commentando gli ultimi sviluppi in Siria.

Con il rafforzamento della sua presenza militare e con l'avvio dei raid, "Putin vuole ricordare ai governi occidentali che la Russia resta una forza seria al di la' del suo 'cortile di casa' - sostiene Bremmer - Ha già creato una nuova situazione sul terreno e, a meno che il presidente Barack Obama non voglia un confronto tra i piloti americani ed i caccia russi, Washington non ha buone opzioni".

Secondo l'analista, l'obiettivo del leader del Cremlino in Siria, al di là dell'enunciata lotta al terrorismo, è di "rafforzare il suo alleato Assad, per proteggere la posizione russa nella regione: la Siria dà alla Russia un punto di appoggio in Medio Oriente, grazie anche alla base navale di Tartus, che rappresenta un porto vitale nel Medio Oriente e l'unica base militare russa al di fuori del territorio dell'ex Unione Sovietica".

Quanto al destino del presidente siriano, di cui americani ed europei vorrebbero "liberarsi", secondo Bremmer alla fine "la strategia di Putin" per mantenerlo al potere "probabilmente funzionerà, perché Obama vuole evitare un maggiore coinvolgimento in un altro Paese del Medio Oriente".

Infine, sulla cooperazione tra Washington e Mosca, il fondatore e presidente di Eurasia Group ricorda che questa "sarà sempre difficile ed ora gli americani avvertono di essere stati ingannati: i russi sono molto poco disponibili ad abbandonare Assad e non è chiaro come l'Occidente possa costringerlo ad andarsene".

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