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Confindustria-sindacati, scricchiola Patto fabbrica sul lavoro, nodo Cigs

06 dicembre 2019 | 16.03
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(Foto Imagoeconomica)
(Foto Imagoeconomica)

Scricchiola il tavolo attuativo del Patto per la fabbrica dedicato al mercato del lavoro. La trattativa su uno degli avvisi comuni più importanti con cui dare corpo all'accordo del 2018, lanciato da Confindustria e firmato, dopo intense trattative, da Cgil, Cisl Uil si è fatta in salita e l'esito quanto mai incerto. Ad innescare la miccia della crisi, secondo quanto risulta all'Adnkronos, il 'paragrafo' sugli ammortizzatori sociali da scrivere a 4 mani che, per i sindacati, avrebbe dovuto includere la richiesta unitaria da girare al Governo, di una serie di interventi di proroga al 2020 per la Cigs sia per le aree di crisi complessa che per le aziende ritenute strategiche e la cessione di attività e una revisione generale della strumentazione di protezione sociale riformata dal Governo Renzi, con il Jobs Act.

Richieste però 'poco condivise' da Confindustria che di fatto le ha rispedita al mittente. A dividere soprattutto la 'visione' di base: la crisi industriale attuale non rende possibile abbandonare politiche di accompagnamento dei lavoratori, dicono in sostanza Cgil, Cisl e Uil che in prospettiva guardano ad una riforma di quanto previsto sugli ammortizzatori, e non solo, dal Jobs act che nel corso del tempo è stato modificato, seppure temporaneamente, circa 38 volte. Le imprese invece vorrebbero spingere l'acceleratore su tutto quello che incentiva le politiche attive più che prolungare forme di protezione sociale. "I sindacati sono su un'altra lunghezza d'onda", spiegano da viale dell'Astronomia.

E così 2 appuntamenti su 3 sono già saltati, l'ultimo quello previsto a fine novembre alla presenza dei leader di tutte le organizzazioni: annullati perché, dicono "perplessi" i sindacati, "al momento non ci sono margini di trattativa". Ed è distanza profonda anche su altri paragrafi che Cgil, Cisl e Uil vorrebbero includere nell'avviso comune: dal miglioramento per il Fis, fondo integrazione salariale per quelle aziende che non accedono alla Cigs, alla richiesta di eliminazione del decalage previsto nella Naspi che già a partire dal 4^ mese taglia la busta paga dei lavoratori, 1300 euro, del 3% finendo con il dimezzarla al termine dei 24 mesi previsti.

L'ultima chance per invertire la rotta è l'incontro già in programma per il 17 dicembre prossimo tra i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia anche se appare difficile che si possa sbloccare e 'ricucire' in pochi giorni la pesante impasse sulla trattativa che spazia, oltre al capitolo sul mercato del lavoro, ma su quello relativo al welfare e alla partecipazione.

Ma una rottura, fanno notare alcuni, rinvierebbe sine die la possibilità di un'intesa; a gennaio Boccia entrerà nel semestre bianco considerato che lascerà Confindustria il prossimo maggio, e sarà così impossibile recuperare "l'obiettivo di contribuire unitariamente alla crescita del paese attraverso la definizione di regole e di principi condivisi", alla base del Patto per la Fabbrica che al momento ha visto tagliare il traguardo a due avvisi comuni, quello sul Mezzogiorno, di recente sottoscrizione, e l'altro sulla sicurezza sul lavoro, firmato a fine 2018.

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