Il tribunale di Palma di Maiorca ha confermato l'imputazione per due reati fiscali a carico della sorella del re di Spagna, l'infanta Cristina, ma ha fatto cadere l'accusa più grave, quella di riciclaggio di denaro. Non è chiaro però se la secondogenita dell'ex re Juan Carlos andrà a processo.
Il mantenimento delle sole imputazioni fiscali apre infatti alla possibilità che il giudice si avvalga della cosiddetta dottrina Botin, decidendo di archiviare tutto. La dottrina può scattare quando una persona è imputata soltanto per accuse fiscali presentate da una parte civile e non dalla procura, come è diventato ora il caso. Verrebbe così evitato alla Casa Reale Spagnola lo scandalo della sorella del re Felipe IV sul banco degli imputati.
La vicenda ha gettato un'ombra sulla monarchia spagnola e viene considerata fra i principali motivi dell'abdicazione di Juan Carlos in giugno. Non potrà comunque evitare il processo il marito di Cristina, Inaki Urdangarin, accusato di essersi appropriato di sei milioni di euro di denaro pubblico tramite la sua società Noos. Allontanata dalla famiglia reale, la 49enne Cristina vive ora Ginevra e non era presente all'incoronazione del fratello.