L'artista, ospite del vodcast dell'Adnkronos, racconta il suo percorso di crescita personale e artistica, l'uscita del nuovo singolo e l'album in arrivo nel 2026: "C'ho messo tutto me stesso"
"La musica è vera quando ci metti te stesso. In questo disco ho messo l'ultimo anno e mezzo della mia vita, un percorso personale che ha avuto bisogno di tempo. Ho dovuto fare dei passi, accettarmi, perdonarmi, vivere esperienze". A parlare è Aiello, ospite del nuovo episodio del vodcast dell'Adnkronos, disponibile in versione integrale sul sito www.adnkronos.com e sul canale YouTube dell'Adnkronos. L'artista racconta il suo percorso di crescita personale e artistica, l'uscita del nuovo singolo 'Sentimentale' con Levante e anche della difficile ma formativa esperienza a Sanremo: "Ora ci tornerei".
Da mezzanotte di oggi esce il nuovo singolo 'Sentimentale' in duetto con Levante. "È una canzone che è nata due anni fa - spiega Aiello - Dopo averla scritta, ho pensato subito a Claudia [Levante] in maniera molto lineare; è stato un pensiero immediato, volevo proprio la sua voce. Ci siamo conosciuti a Roma e poi abbiamo coltivato la nostra amicizia a Milano. Le ho fatto sentire il brano, le è piaciuto e ha scritto la sua parte. Sono molto felice perché è una canzone che racconta un capitolo diverso, quello finale, di una storia d'amore. Per me c'è un solo modo per chiudere una storia: buttare giù la maschera, se serve anche con un pianto liberatorio, senza orgoglio, rabbia o rancore. Ci si abbraccia e ci si augura buona fortuna".
Una canzone che, oggi, assume una valenza quasi terapeutica, pensando ai femminicidi e alla difficoltà di accettare la fine di una relazione. "Con grande onestà, ho visto questo lato solo dopo - ammette il cantautore - Se questa canzone può dare un messaggio positivo, ne sarei felicissimo, soprattutto ai miei simili". Un percorso di crescita che lo ha portato a rileggere anche la sua esperienza a Sanremo, vissuta in modo sofferto. "Sì, mi piacerebbe ritornare. Non so quando, ma tornerò. Quel palco è importantissimo", afferma con decisione. "L'altra volta non ero pronto, né per quello che c'era davanti né per quello che c'era dietro. Per me è stato molto intenso perché non ero pronto a godermi il lato divertente della internet culture, dei meme, e l'ho subita molto. Mi sono chiuso, ho indossato un'armatura per sembrare duro, ma dentro ero devastato".
La svolta è recente: "Solo un mese fa ho aperto il vaso di Pandora: la mia manager mi ha mostrato tutto quello che era stato scritto su Twitter all'epoca e ho pianto dal ridere per mezz'ora. Ho capito che oggi sono pronto a cogliere quel lato ironico. Non sono una farfalla in volo, ma sono molto più leggero". Una nuova consapevolezza frutto di un lavoro su se stesso. "Sì, è un regalo che mi sono fatto con tre anni di terapia. È un percorso che dovrebbero fare tutti", confessa. "Mi sono messo a nudo, ho accettato le mie dinamiche. Il lavoro che ho fatto è stato dirmi: 'Antò, non ti piacerai tantissimo? Ma va bene'. Ho accettato i miei difetti, ho persino cambiato look, tagliando la barba e mostrando la fronte, cose che per me sono state un passo enorme. Ci hanno messo in testa che 'non sei cambiato' sia un complimento. Io spero di essere una persona diversa domani rispetto a oggi".
'Sentimentale' anticipa un album che uscirà nel 2026. Una scelta che va contro la frenesia del mercato. "È una necessità - spiega Aiello - Se non faccio esperienze, cosa ci metto dentro le canzoni? Non ho mai scritto per il tormentone; scrivo perché ho bisogno di liberarmi di una storia. Questo disco si muoverà tra un pop senza tempo, molto diretto e italiano, e la musica R&B che ascolto da sempre, con produzioni lofi, contemporanee, un po' 'marce'".
Da poco Aiello ha compiuto 40 anni, un traguardo raggiunto con serenità. "Speravo di arrivarci nella forma migliore possibile, e ci sono arrivato. Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe, perché la terapia mi ha insegnato a togliere agli altri la responsabilità di ciò che mi è successo". E sul successo, ha le idee chiare: "Con grande onestà, non credo di avere raggiunto il successo. Credo di essere un artista conosciuto, con un pubblico che mi vuole bene. Più che successo, sento di aver realizzato il mio sogno. Non ho mai vissuto per raggiungere un traguardo come lo stadio. L'unica cosa che mi auguro è di godermi il momento e di essere felice mentre canto. Sempre". La sua filosofia di vita? Racchiusa nel titolo di un film di Woody Allen: "Basta che funzioni". di Loredana Errico e Lucrezia e Leombruni