
Al suo 'La Trappola di Venere' riconoscimento per il miglior cortometraggio nell’ambito della rassegna “Le Voci delle Donne”
Gianluca Mech premiato alla Festa del Cinema di Roma 2025 per il cortometraggio “La Trappola di Venere”. Il divulgatore scientifico riceverà il premio “Segnali” - Miglior Cortometraggio nell’ambito della rassegna “Le Voci delle Donne”, riconoscimento che viene assegnato a progetti che aiutano a riconoscere i segnali precoci della violenza di genere, domani, giovedì 16 ottobre, alle ore 17:00 presso lo Spazio Roma Lazio Film Commission all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone.
Il premio, realizzato grazie al supporto della Fondazione Roma Lazio Film Commission, con la collaborazione di Cinecittà-Istituto Luce, è gemellato con I mille volti della violenza di genere, evento istituzionale e didattico promosso dal Parlamento Europeo in Italia, dove si affrontano le molteplici forme con cui la violenza di genere si manifesta nella società contemporanea. Curato da Metis Di Meo, attivista per i diritti umani oltre che conduttrice e autrice tv, è prodotto da Lilith Factory con il patricinio di Cna Impresa Donna, ente che promuove politiche formative, con il supporto delle aziende Noos, dalla scienza alle persone, ed Eles Couture.
"La Trappola di Venere" è il nucleo di un più ampio progetto ideato e interpretato da Gianluca Mech per promuovere la consapevolezza maschile sui meccanismi che possono portare alla violenza di genere. Il cortometraggio affronta il tema del femminicidio da una prospettiva rara e coraggiosa: quella dell’uomo comune, non un criminale, ma una persona apparentemente normale che si lascia trascinare da pensieri distorti, gelosia e senso di possesso fino al punto di non ritorno.
Accanto al film, il progetto comprende uno spot di sensibilizzazione rivolto agli uomini, per aiutarli a riconoscere i primi segnali di pericolo — emozioni, pensieri e comportamenti che possono degenerare — e a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi, e un video musicale interpretato da Gianluca Mech insieme al giovane cantante Fede, con una canzone che riprende i pensieri del protagonista del cortometraggio ma sceglie una strada diversa: il personaggio prende coscienza, si ferma e chiede aiuto, spezzando così la catena della violenza. Un messaggio chiaro, rivolto soprattutto ai giovani uomini: imparare a riconoscere quando “la trappola di Venere” — come la chiamavano gli antichi — si sta chiudendo su di loro, e trovare il coraggio di farsi aiutare a disinnescarla.
Il progetto La Trappola di Venere ha ottenuto il patrocinio del Moige (Movimento Italiano Genitori) e dell’Università Telematica eCampus. Due sostegni fondamentali che ne rafforzano la missione educativa e preventiva. Il Moige, da sempre impegnato nella tutela dei minori e nel sostegno alla genitorialità, ha riconosciuto l’importanza del progetto come strumento di sensibilizzazione per le famiglie: perché la violenza di genere non riguarda solo le vittime, ma tocca anche i genitori che devono saper cogliere i segnali di disagio dei figli e le coppie che vivono relazioni difficili. L’Università eCampus ha offerto invece il proprio supporto scientifico nell’ambito psicologico, contribuendo all’analisi dei comportamenti e dei processi mentali che possono portare alla violenza, e aiutando a definire percorsi di riconoscimento e prevenzione.
“Questo premio mi onora profondamente — dichiara Gianluca Mech — perché La Trappola di Venere non è solo un film, ma un progetto sociale che unisce arte, psicologia e prevenzione. Ho voluto raccontare il punto di vista dell’uomo, non per giustificarlo ma per capire come e quando nasce il pensiero violento. Solo riconoscendo quel momento possiamo fermarlo. Con lo spot e la canzone vogliamo dire a tutti gli uomini: non vergognatevi di chiedere aiuto. È un gesto di forza, non di debolezza”.