L'artista celebra 20 anni di carriera con l'album live 'Atelier'
Dalla radio al palco del Festival di Sanremo, servirebbe più attenzione per la musica strumentale. A lanciare l'appello è il compositore e pianista Remo Anzovino, che sogna anche "un festival diffuso legato al pianoforte, disseminando Roma". Ospite del vodcast dell'Adnkronos, l'artista, che celebra 20 anni di carriera con il nuovo album live 'Atelier', spiega la sua visione in un panorama musicale dominato dalla fruizione veloce. "Penso ci sia un pregiudizio da parte del sistema di comunicazione", spiega Anzovino. "Anche alla radio, se ogni dieci canzoni facessi sentire un brano strumentale di tre minuti, fungerebbe un po' da 'cotton fioc' per le orecchie, per uscire da questo effluvio di parole". Secondo il pianista, il problema risiede nella necessità di arrivare subito al ritornello, un'esigenza dettata da piattaforme come TikTok. "L'intro strumentale di 'Hotel California' dura quasi un minuto e il primo ritornello arrivava dopo due" m all'epoca degli Eagles "non c'era TikTok - osserva. Oggi forse anche loro si porrebbero il problema".
Per questo, secondo Anzovino, anche il più grande palco italiano dovrebbe aprirsi a questo mondo. "Ho sempre guardato Sanremo, è un rito che fotografa il Paese", afferma. "Più che una sezione a parte, potrebbe starci un momento in cui si fa ascoltare un compositore, esattamente come viene ospitato un attore. Non per forza per promozione, ma come parte dello spettacolo. Farebbe scoprire a un pubblico ancora più ampio che esistono anche questi musicisti". L'occasione per queste riflessioni è la celebrazione dei suoi vent'anni di carriera, festeggiati con l'album live 'Atelier' (Decca/Universal), registrato nello studio del pittore Giorgio Celiberti. Un disco che ripercorre la sua carriera, dall'amore per il cinema - che gli è valso un Nastro d'Argento - alla musica assoluta. "La mia musica è una pagina bianca dove la storia la scrive chi ascolta", sottolinea. "Ognuno deve trovare un contenitore per fare un viaggio nel luogo più esotico possibile: dentro di noi".
Legatissimo a Roma, dove vive da qualche anno, Anzovino lancia un'idea per la Capitale. "Immaginare un festival diffuso legato al pianoforte, disseminando Roma di questo strumento magico, potrebbe essere molto forte. È un libro di storia a cielo aperto". E il suo sogno nel cassetto è legato a Borromini. "Quando scrissi la colonna sonora del film 'Borromini e Bernini', mi innamorai della chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza. Un mio sogno è suonare nel cortile che c'è davanti alla chiesa. Spero di realizzarlo". Ma prima c'è il tour in Giappone con tre date esclusive, organizzate da New Age Productions: il 4 novembre alla Suntory Hall di Tokyo, il 5 novembre alla Phoenix Hall di Osaka e il 6 novembre alla Alti Hall di Kyoto, a supporto dell’uscita dell’album 'Atelier' sul mercato nipponico. (di Loredana Errico)