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'Roma, santa e dannata' di Roberto D’Agostino nella cinquina dei David di Donatello

Il documentario scritto con Marco Giusti e diretto da Daniele Ciprì, con la produzione creativa di Paolo Sorrentino, è in gara per i premi del cinema italiano

Roberto D'Agostino - (Fotogramma)
Roberto D'Agostino - (Fotogramma)
05 aprile 2024 | 13.39
LETTURA: 2 minuti

Nella cinquina del David di Donatello per il miglior documentario del 2023 entra anche 'Roma, santa e dannata' di Roberto D’Agostino e Marco Giusti, con la regia di Daniele Ciprì e la produzione creativa di Paolo Sorrentino. Il viaggio nella notte romana del fondatore e del critico cinematografico di Dagospia, che come Dante e Virgilio (o 'Tomas Milan e Bombolo') navigano sul Tevere alla ricerca dei personaggi e delle storie che rendono Roma una città 'come una sedia elettrica è una sedia'. La premiazione si terrà il 3 maggio e sarà trasmessa in prima serata su Rai1, con la conduzione di Carlo Conti e Alessia Marcuzzi.

'Roma, santa e dannata', disponibile su Raiplay, è un diario notturno che unisce Papa Wojtyla che sgattaiola fuori dal Vaticano, ma poi al rientro non viene riconosciuto, e le serate in spider di Carlo Verdone e Christian De Sica, che portano in discoteca Monica Guerritore per finire mollati da lei quando incontra Alain Delon. Si trovano i racconti inediti e strepitosi di Giorgio Assumma, Vladimir Luxuria, Enrico Vanzina, Sandra Milo, Massimo Ceccherini e Vera Gemma, ma anche l’esperienza irripetibile del 'living theatre' che negli anni Settanta, con la sua poesia e la sua nudità, riuscì a impedire lo scontro tra studenti di destra e di sinistra alla Sapienza.

Il cinismo dei romani non è menefreghismo, è che 'noi non abbiamo mai confuso la cronaca con la Storia', spiega Dago a Giusti. 'Dio si è inventato una città con il diavolo accanto, fondata sui canoni della cristianità: confessione, perdono e assoluzione'. Uno dei pochi politici forestieri a non essere stato fagocitato e sputato da Roma è stato Silvio Berlusconi, che si era perfettamente romanizzato e riuscì a conquistare, da produttore cinematografico, anche i registi che lo contestavano. Racconta Vanzina: 'Ugo Pirro, Lina Wertmuller e Nanni Loy finirono a cantare mentre Berlusconi gorgheggiava canzoni francesi e Confalonieri lo accompagnava al pianoforte'.

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