Voleva un oro da dedicare all'Italia, il paese che lo ha adottato. Per questo Frank Chamizo, l'azzurro della lotta, piange a dirotto nonostante il bronzo conquistato a Rio.
L'italocubano, campione del mondo in carica, non si dà pace: "Ho lavorato per quattro anni ma non per il bronzo. Volevo ottenere il meglio, ma oggi mi sono sentito male. Non so cosa mi sia successo, non mi sono sentito carico come al solito. Poi c'è stata la pressione. In semifinale mi è anche uscito e rientrato il gomito", spiega Chamizo con la voce rotta dal pianto.
"Mi sta bene il bronzo, ma -ripete- io voglio sempre raggiungere il meglio ed è per questo che sto così. Ma sono contento per il risultato che ho portato all'Italia, perché mi ha dato un'altra vita e penso che siano molto contenti di questo risultato. Anche se non è il massimo, io mi sono battuto".
"Il punteggio della semifinale è giusto? Dipende, non puoi mai arrivare così vicino nel punteggio perché loro hanno sempre un vantaggio, sono sempre difesi dalla giuria", dice riferendosi all'incontro perso con l’olimpionico azero Asgarov. "Io ho sbagliato, però lui è un campione di grandissimo livello e non è facile fare la differenza. Mi ha picchiato come se fosse kickboxing anziché lotta, sono tutto gonfio".
Poi la dedica "alla famiglia di Dalma (la sua ex moglie, ndr), sono loro che mi hanno guidato sulla strada giusta e mi hanno aiutato a inserirmi benissimo in Italia. Poi alla federazione che mi ha dato tutto l'appoggio e non mi ha mai mollato e anche all'Esercito che mi ha accolto come una famiglia quando mi sono separato da mia moglie. Non è il risultato che avevo in mente -conclude- ma tra quattro anni a Tokyo ci riprovo sicuro".
