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As Roma, dipendente licenziata per video hard rubato: indaga la Procura Figc

Il procedimento aperto in merito ai comportamenti di alcuni tesserati che hanno portato al licenziamento di una donna e un uomo uniti da una relazione. Il club: "Nessuna discriminazione, comportamenti contrari al codice etico". Il Pd deposita un'interrogazione sul caso

Video hard rubato da un giocatore della Primavera a una dipendente dell'As Roma, indaga la Figc - Fotogramma
Video hard rubato da un giocatore della Primavera a una dipendente dell'As Roma, indaga la Figc - Fotogramma
15 marzo 2024 | 13.53
LETTURA: 3 minuti

La Procura della Figc apre un procedimento in merito ai comportamenti di alcuni tesserati della Roma che hanno portato al licenziamento di una donna e un uomo uniti da una relazione, a cui un calciatore della squadra Primavera aveva rubato un video hard, poi condiviso con compagni e staff del club giallorosso. Già in corso gli interrogatori e le acquisizioni degli atti.

La versione della Roma

"Con riferimento a quanto apparso nelle giornate di ieri e di oggi su alcuni organi di stampa in relazione ad una vicenda, in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l’AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva", è la nota del club.

"La Società -prosegue il comunicato del club-, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l'impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni. I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un'inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti. È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative".

"L’AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti", conclude la nota della Roma.

Pd deposita interrogazione sul caso

"I chiarimenti chiesti alla As Roma non sono arrivati, per cui questa mattina ho depositato un’interrogazione parlamentare alla ministra Calderone e al ministro Abodi perché, se la ricostruzione giornalistica del video sottratto e diffuso dal cellulare di una dipendente, che ha causato paradossalmente il licenziamento della vittima e nessuna conseguenza per l’autore di quel gesto, fosse confermata, questo non sarebbe 'uno scandalo a luci rosse', ma una vera e propria violenza”, dice il responsabile Sport e deputato del Pd Mauro Berruto.

“Un giovane calciatore della primavera della Roma chiede in prestito a una dipendente della As Roma il cellulare per fare una telefonata. Lei glielo presta. Lui non fa solo una telefonata, ma spulcia foto e video e ne diffonde uno con lei e il fidanzato in atteggiamenti intimi. La società che fa? Licenzia la dipendente. Ma non vi pare il mondo al contrario questo. Lo trovo un fatto gravissimo che lede ancora una volta la libertà e i diritti ad una donna", le parole del deputato democratico Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.

"Assurdo che a farlo sia una società guidata da una donna, ma in ogni caso una società prestigiosa come la Roma. Attendiamo chiarimenti e auspichiamo un sano ripensamento e diamo tutto il nostro sostegno alla dipendente, emblema oggi più che mai che l'8 marzo ha ancora senso e un senso di lotta perché queste assurdità non si verifichino mai più”, conclude.

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