Basket, Gaspardo: "Che sorpresa il bronzo agli Europei 3x3, vorrei sfidare Mk"

Protagonista della prima medaglia azzurra nel tre contro tre e decisivo nell'ultima partita, 'Gas' si racconta all'Adnkronos

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11 settembre 2025 | 21.01
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Non è passato da casa nella sua Bressanone, nell'Alto Adige, di rientro da Copenaghen. E non ha avuto giorni di riposo perché è già tempo di tornare in campo con Forlì per la Supercoppa di serie A2. Ma Raphael Gaspardo è tornato con un'inaspettata medaglia al collo, festeggiato dai compagni, dalla dirigenza e dal coach della sua squadra in Romagna. Festa meritata, che celebra non solo il primo bronzo agli Europei di basket 3x3 dell'Italia, ma anche la sorprendente ascesa di ‘Gas’ in questa disciplina. "La medaglia non era minimamente attesa, nessuno di noi se l'aspettava -ammette Gaspardo, 32 anni, altoatesino d'origine-. Siamo stati la grande sorpresa dell’Europeo, specie io e Amedeo Della Valle, posso dirlo perché siamo alla prima esperienza in questo formato Fiba 3x3”. Un formato molto diverso dai tornei estivi a cui avevano partecipato in gioventù: "Sulla carta eravamo i più anziani della squadra, ma i veterani veri erano Dario Masciarelli e Carlo Fumagalli, i nostri compagni che giocano questa disciplina da anni. Da loro abbiamo imparato molto".

A dire la verità Gaspardo, con i suoi 2,07 metri, ci ha messo poco a trovare la sua dimensione, vedi i 13 punti segnati nel 22-15 decisivo contro la Germania che ha regalato il bronzo all’Italia: “Ho le caratteristiche ideali. Sono alto, atletico, ho un buon tiro da fuori e in difesa posso marcare chiunque, dai piccoli ai lunghi. È uno sport che si sposa perfettamente con le mie qualità". Qualità esaltate nella finale per il terzo posto, e pure nella vittoria contro l’Olanda, oro alle ultime Olimpiadi del basket 3x3. Qualità decisive: “Ho segnato i 5 punti finali consecutivi contro i Paesi Bassi, credo sia stata la partita più divertente in assoluto dell’Europeo. Poi ricordo lo step back centrale contro i tedeschi, sempre nel finale, e ovviamente il canestro della vittoria. Questi sono i momenti più belli che ho portato con me da Copenaghen”.

Un corteggiamento, e un reclutamento, quello della Fip nei suoi confronti, iniziato a febbraio, grazie al lavoro del team manager Stefano Mancinelli e del coach Claudio Negri: “Devo a loro tutto questo, ma anche a Forlì, che mi ha dato il nulla osta nonostante mi fossi rotto il naso poco prima dell’estate. E grazie ad Amedeo, uno dei primi a fare il mio nome è stato lui”. Proprio con Forlì, Gaspardo si appresta ad affrontare la stagione 2025-2026 di serie A2 con l’obiettivo playoff “da underdog. Il livello si è alzato -spiega- i budget sono aumentati e noi veniamo da una semifinale di livello, ma Forlì è una piazza che merita di essere ambiziosa”. L'obiettivo di tornare in A1 rimane saldo, lui che l’ha già giocata a Cremona, Pistoia, Reggio Emilia e Brindisi: "Certo mi manca. È un campionato in cui lo stile di gioco, più atletico e veloce, si adatta meglio a me. L'A2, però, è più imprevedibile. Nella massima serie, se non giochi per Milano o Bologna, si lotta al massimo per il secondo posto".

Con i suoi compagni Raphael ha seguito con entusiasmo l'Europeo della Nazionale maggiore: sebbene eliminata agli ottavi di finale, l'Italbasket ha mostrato "cose bellissime, ha fatto emergere giovani talenti che è una cosa molto sana per un movimento sportivo nazionale”. Meno ‘sano’ il fatto di aver dovuto giocare una partita in contemporanea agli ottavi di finale di Fontecchio e compagni contro la Slovenia: “Come abbiamo finito la nostra gara ci siamo fiondati al cellulare per vedere la fine”.

Italbasket ma non solo. Perché Gas ha seguito dal suo smartphone anche "Mk", ragazzo americano fenomeno dello Streetball diventato virale sui social media grazie a un Tour in giro per l’Europa, Italia compresa: "Mi piace molto, davvero. Ho visto la risposta che ha avuto a Milano, un seguito pazzesco. E' la dimostrazione che il basket in Italia ha un bellissimo seguito, lo ha dimostrato anche il torneo di Bologna ai Giardini Margherita”. Un fenomeno sempre più globale e contagioso nel nostro Paese, perché "giocarlo è bello, guardarlo è bello -ha concluso-. E una singola persona che tramite i social riesce a spostare così tanta gente è splendido. Mk è arrogante, vero, ma interpreta un personaggio, fa parte del gioco. Sfidarlo? Ma certo, vincerei io”. (Giacomo Iacomino)

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