"Trasformiamoli in luoghi della socialità, in vere palestre della salute, al di là dell'evento agonistico"
												"Lo sport è salute. Tra le attività sportive il calcio è ancora tuttora quello più attrattivo, più popolare tra tutte le generazioni. Lo abbiamo ben compreso durante la pandemia perché ci sentivamo come orfani di qualcuno o di qualcosa. Con rigore, ma anche con spirito non fondamentalista, insieme ad altri colleghi abbiamo messo in campo delle misure che ci consentirono di far ripartire il calcio e con esso il Paese cominciò a sentirsi più libero e iniziò la rinascita. La mia riflessione sul 'Corriere dello sport' di ieri parte da lì: utilizziamo la grande forza di questo sport popolare, apriamo gli stadi e diamo in concreto la possibilità a tutti di poter esercitare attività fisica. Trasformiamoli in luoghi della socialità, in vere palestre della salute - al di là dell'evento agonistico - rendiamoli simboli di una rinascita culturale del nostro Paese". E' la proposta che arriva da Francesco Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute e oggi componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità.
"Il Governo centrale, i governi regionali, le amministrazioni comunali mettano in campo le risorse necessarie per sostenere questo progetto", esorta Vaia. "L'alternativa è trovarci invece in un Paese per anziani non autosufficienti e con disabilità. Il mio appello personale - rimarca l'ex direttore dello Spallanzani - è alla politica: è in corso di approvazione la Manovra ed è il momento per trovare le risorse".