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Stati Uniti: un piano per tassare gli utili su cripto e stablecoin per sostenere la spesa pubblica

10 agosto 2021 | 08.05
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La regolamentazione sulle criptovalute servirà per finanziare un piano da mille miliardi di dollari per le infrastrutture negli Stati Uniti.

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Finito il tempo della deregulation e delle zone grigie, l’ambizioso progetto bipartisan rastrella i vuoti normativi alla ricerca di fondi, appoggiato dalla SEC ansiosa di introdurre un regolamentazione del settore. Il senatore repubblicano dell’Ohio Rob Portman ha chiarito i punti dell’emendamento scritto da lui e appoggiato dall’amministrazione Biden, che punta all’obbligo per i broker di asset digitali di riferire i guadagni ottenuti dal trading all’Internal Revenue Service, che verranno così tassati di conseguenza. Si stimano, stando ai volumi attuali, entrate per le casse federali di almeno 28 miliardi nel corso di un decennio. Serviranno come fondi per il piano per le infrastrutture destinato a migliorare la viabilità urbana e extraurbana, costruire nuovi ponti, la manutenzione e l’espansione delle linee ferroviarie e a consentire l’accesso di tutti i cittadini alla banda larga, sia con nuove infrastrutture che con sussidi economici per device e bollette per le famiglie meno abbienti - una misura introdotta durante la pandemia e che sembra destinata a restare.

Il piano ha un gran numero di fonti di finanziamento. Ci sono 200 miliardi già stanziati di aiuti per la ripresa post coronavirus, 50 arriverebbero rimandando l’applicazione di sconti sulla copertura sanitaria voluti da Trump, altre decine di miliardi setacciando i fondi per la disoccupazione non utilizzati da vari stati. Si prevede poi un ritorno di crescita economica generato dal volano della spesa pubblica, le vendite di spazio wireless per la nuova e migliorata banda larga e poi i ricavi generati, appunto, dall’obbligo di comunicazione per il trading di criptovalute. Non una cifra eclatante, ma importante e non trascurabile in un piano di spesa che, contrariamente a quanto annunciato inizialmente, andrà ad ampliare il deficit federale di 256 miliardi in un decennio. Ed è anche un segnale molto chiaro del fatto che la nuova amministrazione vuole mettere mano una volta per tutte alla regolamentazione di un settore che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale e senza regole dall’alto. La reazione dal mondo cripto non si è fatta attendere: si parla di un provvedimento troppo ampio, poco dettagliato, che rischia di includere anche i ricavi del mining e scoraggiare o bloccare l’innovazione nel settore.

In questi giorni il presidente della SEC Gary Sencler è intervenuto in materia con affermazioni molto decise sulla necessità di un quadro normativo per cripto e stablecoins. “Sono neutrale e anche incuriosito riguardo alla tecnologia sottostante” ha detto “ma non sono neutrale riguardo alla protezione degli investitori”. E ha annunciato anche che la SEC, all’interno dei poteri che ha attualmente a disposizione, interverrà nel modo più puntuale possibile riguardo al mercato delle criptovalute, chiedendo nel frattempo più libertà di azione e più risorse al Congresso. L’intenzione di Sencler è quella di essere sempre più attivo nella regolamentazione degli exchange per prevenire le “frodi e gli abusi” che al momento, sempre nelle parole del presidente della SEC, rendono questo mercato un “selvaggio West” per gli investitori.

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