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Super green pass, Lopalco: "Sì per lavorare, non vaccinati problema"

29 dicembre 2021 | 10.10
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L'epidemiologo: "E' una strategia che potrebbe convincere definitivamente i più recalcitranti"

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Super green pass obbligatorio per lavorare nel pubblico e privato? "Oggi il problema dei problemi sono i non vaccinati. Mentre se guardiamo al resto degli italiani vaccinati con doppia dose e con il richiamo vediamo una situazione endemica del virus, che è vero che circola velocemente ma senza creare grossi problemi dal punto di vista sanitario. Ma per i non vaccinati oggi la possibilità di infettarsi è altissima e visto che abbiamo diversi milioni di persone che ancora non sono immunizzate potremmo ritrovarci con numeri di ricoveri elevati. Prima di arrivare a a questo occorre prendere delle misure e l'estensione del super Green pass per andare a lavorare è una strategia che potrebbe convincere definitivamente i più recalcitranti a vaccinarsi". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all'Università del Salento, intervendo nel dibattito sulla possibilità di allargare il certificato verde rafforzato anche ai lavoratori del pubblico e del privato.

Gli oltre 78mila casi registrati ieri in Italia, continua l'epidemiologo, "sono tamponi positivi e non malati. Un anno fa dovevamo allarmaci perché avremmo avuto migliaia di persone con una polmonite, ma oggi, grazie ai vaccini, la stragrande maggioranza di questi casi sono asintomatici o con forme lievi", fa il punto.

"Un messaggio che vorrei mandare ai non vaccinati è che non possono più cullarsi sul fatto che ci sono milioni di italiani immunizzati - avverte Lopalco -. Oggi vanno incontro ad un rischio altissimo di infettarsi e di avere conseguenze molto diverse da chi è immunizzato con tre dosi".

Commentando la possibilità che oggi il Cts dia il via libera alla mini quarantena per i contatti, vaccinati, di positivi, Lopalco sottolinea: "Nel corso di una pandemia è difficile aspettare dati scientifici certi e molte decisioni vanno prese sulla base di quelle che sono le esigenze pragmatiche. Altrimenti, se insistiamo con regole che sono difficili da applicare, possono creare molti problemi o non sono applicabili, rischiamo di fare peggio. E' il caso milioni di persone bloccate a casa perché contatti di positivi, ma vaccinate anche con tre dosi e senza sintomi, con una probabilità bassissima quindi di far circolare il virus. Direi che" sulla riduzione della quarantena "non possiamo permetterci di aspettare uno studio, ma dobbiamo ragionare con il buon senso e applicare le capacità diagnostiche che abbiamo".

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