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Bufera sulla Tav

24 luglio 2019 | 13.48
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Il premier Conte torna a parlare dell'opera, dopo le dichiarazioni di ieri. M5S ribadisce il secco no, mentre per la Lega "chi è contrario è contro il futuro". I comitati annunciano battaglia

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"Ciò che non siamo riusciti a ottenere è la discussione dell'opera", per la "ferma decisione della Francia a proseguirla". E' quanto ha detto il premier Giuseppe Conte, nel corso del question time alla Camera, dopo le dichiarazioni di ieri sulla Tav in cui ha detto che non farla costerebbe più che farla. "E questo è stato l'elemento decisivo che ha pesato nella mia valutazione" perché una decisione unilaterale dell'Italia "avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative". "Quando si ha a che fare con accordi internazionali tra due Paesi - ha rimarcato il premier - già ratificati da entrambi i Parlamenti, si hanno infatti due strade per venir meno alla precedente intesa: o si raggiunge un nuovo accordo bilaterale - strada che, come ho detto, ho perseguito fino alla fine invano - oppure si assume la responsabilità di procedere con una determinazione unilaterale". "Da qui la mia affermazione che oggi - a queste condizioni, cioè senza un accordo con la Francia - fermare l'opera sarebbe più svantaggioso che realizzarla. L'eventuale decisione unilaterale necessiterebbe, evidentemente, di un passaggio parlamentare".

Dopo il sì del premier Conte al Tav, non si placa neanche l'ira dei 5 Stelle che insistono: deve decidere il Parlamento. A ribadire la posizione dei grillini è il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: ''Il Movimento 5 Stelle ha sempre detto che la Tav non va fatta. Nel contratto di governo è prevista una rivisitazione dell'opera. Deciderà il Parlamento e M5S dirà no''. 'Si vedrà in Parlamento quali sono le priorità delle altre forze politiche, se vogliono fare un favore ai francesi'' , ha poi aggiunto Bonafede, ricordando che ''l'opera era già stata decisa da precedenti governi'' e che ''si deve tenere conto degli accordi che sono stati fatti con la Francia''.

"Siamo nati dicendo che il Tav non si sarebbe dovuto fare" ribadisce Nicola Morra, esponente pentastellato e presidente della Commissione antimafia, in una diretta Fb, sottolineando che "quel Tav in Val di Susa è pura follia". Morra ha sottolineato che presto "mi rivedrete con la cravatta no Tav".

Sul suo blog Beppe Grillo interviene sul tema Tav. L'alta velocità Torino Lione "è un fantoccio dell'idea di futuro, ma non deve diventarlo la democrazia". "Il mondo - dice il garante del M5S - sta passando di mano, stiamo diventando una proprietà delle multinazionali finanziarie. C'è l'ex presidente del fondo monetario internazionale a dirigere la banca che si è impossessata dell'Europa. Questo non significa che noi abbiamo smesso di essere una democrazia parlamentare". "Credere che basti essere al governo, in tandem, per bloccare un processo demenziale come questo significa avere dimenticato che non siamo una repubblica presidenziale oppure una dittatura". "Sono molto scontento della situazione che si è venuta a creare: saremo in Francia in un minuto e ci metteremo tre mesi a trovare una differenza, però, forse, avremo tolto di mano l'ennesimo pretesto ai fantocci dell'economia finanziaria. Decida il Parlamento, è la democrazia bellezze (teniamocela stretta)".

"Luigi Di Maio ieri è stato molto chiaro con il suo post e le sue parole, ribadisco la mia fiducia in lui". Così la sindaca di Torino, Chiara Appendino che aggiunge: "Il Movimento 5 Stelle non ha preso il 51% quindi sta facendo quello che può e farà quello che potrà per bloccare l'opera". "Non sapevo che la decisione sarebbe arrivata ieri sera sapevano che era iniziato un percorso e che il premier aveva detto che avrebbe interloquito con la Francia, prendo atto che il premier non sia riuscito a trovare un accordo con la Francia per la ridiscussione integrale dell'opera e quindi da oggi la palla passa al Parlamento", ha sottolineato.

"La bellezza nel decidere del proprio destino, con la scelta -NON- nostra sul TAV, fa ora venire meno lo slancio, la speranza. Abbiamo messo a soqquadro lo status quo e non dobbiamo finire per farne parte: per questo serve decidere cosa vogliamo fare da grandi. Adesso" scrive Roberta Lombardi (M5S) su Facebook. "Se essere presenti con un voto di testimonianza ma inutile perchè lo status quo - tutto! - compatto sotto l'ombrello degli interessi economici di pochi, dal PD alla Lega passando per Forza Italia e Fratelli d'Italia, voterà compatto per il Sì Tav, oppure dobbiamo decidere se rinunciare a fare la stampella della Lega e riprendere la nostra identità che è rappresentare il #cambiamento e la speranza. Domandiamoci se siamo ancora utili al governo, con l'obiettivo di interpretare il cambiamento e il sogno di vivere in un altro paese, la speranza e la concretezza nel vedere che lo status quo è stato sconfitto".

"Dal primo giorno che ho iniziato la mia campagna elettorale ho sempre detto che un sindaco, un'amministrazione locale non può bloccare quest'opera" ha detto la sindaca di Torino, Chiara Appendino, dopo l'apertura del premier Conte sulla Tav. "Ho sempre ribadito, come ha fatto la mia maggioranza, la contrarietà mia e del mio gruppo consiliare alla Tav, quindi penso che l'azione amministrativa debba andare avanti nell'ottica del nostro mandato visto che abbiamo tanti temi importanti da portare a termine".

"Tav: primo errore politico di Conte L'analisi costi benefici ha consegnato un verdetto pesante: il Tav non conviene" ribadisce in un post su Facebook Fabiana Dadone, deputata e probivira del M5S. "Non comprendo quindi le parole del presidente del Consiglio Conte perché alla luce di una modifica degli stanziamenti Ue non viene pubblicata ulteriore analisi costi benefici dell'opera. Il Presidente avrebbe dovuto motivare meglio le scelte personali e con modi consoni alle istituzioni"."Resto fermamente convinta NoTav fino a prova contraria e non semplice opinione. Ad oggi non ci sono riscontri oggettivi alle parole di chi appoggia l'opera che resta sproporzionata nei costi, inutile nei benefici. Il corridoio V è un sogno nato morto ed un progetto sospeso da oltre un decennio, solo in un Paese con alto grado di inadeguatezza politica si possono alimentare certe narrazioni fantasiose", conclude.

''Il premier? Fa piacere quello che dice, conferma quello che ripeto da un anno. Bastava ascoltarmi. Purtroppo non sono bastate 22 lettere indirizzate a Toninelli e alla Presidenza del consiglio che contenevano le informazioni necessarie a prendere una corretta decisione'', dice all'Adnkronos Paolo Foietta, ex commissario straordinario del Governo per la realizzazione dell'asse ferroviario Torino-Lione. ''E' ovvio -sottolinea- che sarebbe costato molti di più sospenderla, così come che la Francia era irremovibile e che c'era la disponibilità dell'Unione di aumentare la quota di finanziamento. Mi reputo assolutamente soddisfatto. Certo si è perso tempo, si poteva partire già un anno fa''.

Nessun dubbio nel Carroccio. "Che la Tav sia utile la Lega lo dice da sempre. Che costi di più sospenderla che finirla è evidente. Chi rimane contro il Tav non è contro Salvini ma è contro tutto tout cout, è contro il buonsenso". "Non penso che ci sia lo scambio del mercato. La Tav è fondamentale come la Pedemontana e altre infrastrutture strategiche. Mi auguro che nessuno dica questi sì per rimandare il voto o far piacere a Salvini". Lo dice il vicepremier Matteo Salvini, conversando con i cronisti fuori Palazzo Chigi, ai quali spiega che " il no del M5S alla Tav è contro il buonsenso .

"Avanti con nostra battaglia"

E a chi gli domanda se un eventuale voto parlamentare del M5S contro la Tav renderebbe necessaria una verifica nel governo, risponde: "A me interessano i fatti: la Tav si fa perché l'energia deve costare meno, la Tav si fa perché viaggiare deve costare meno. Ho a cuore il futuro degli operai dell'Ilva e mi rifiuto di pensare alla chiusura degli stabilimenti. Ho a cuore il fatto che se c'è del petrolio sotto il nostro mare e la nostra terra, si possa estrarre perché ci conviene. A me interessa la sostanza e la sostanza per il momento ci dà ragione quindi avanti così".

Il sì alla Tav, ha detto il alla Camera il capogruppo della Lega Riccardo Molinari, "non è solo una vittoria della linea della Lega, in tanti si sono resi conto dell'importanza di questa opera infrastrutturale" che "collega tutta l'Europa. Un'opera la cui importanza è stata chiarita da tutte le parti sociali". "Un'opera - sottolinea il parlamentare leghista - fortemente voluti dai cittadini torinesi e piemontesi che si sono mobilitati per chiamare l'attenzione su quest'opera". "Si accantoni la stagione dei veti e dei no e si vada avanti con la fase due del governo", è l'appello di Molinari.

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