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Terrorismo: primo giurare fedeltà al califfo, 11 regole per i media nell'Is

08 ottobre 2014 | 13.18
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Primo, giurare fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi. Non si presta certo ad equivoci la lista delle 11 regole imposte ai giornalisti che vogliono lavorare nel territorio dello Stato Islamico. A raccontarlo sul sito Syria Deeply, riferisce il Washington post, è "Amer" un giornalista locale che ha scelto di rimanere nella città siriana di Deir al Zour, mentre altri suoi colleghi hanno preferito la fuga.

La lista di regole non lascia infatti dubbi sullo stretto controllo che lo Stato Islamico, responsabile della decapitazione dei giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, intende esercitare sull'informazione. La regola numero due prescrive che il lavoro dei giornalisti sarà sottoposto "all'esclusiva supervisione dell'ufficio media" dell'Is. I giornalisti, muniti di licenza rilasciata da questo ufficio, possono lavorare con le agenzie internazionali, ma è vietata ogni collaborazione con le tv satellitari e in particolar modo con "i canali che combattono contro i paesi islamici (come al-Arabiya, al Jazeera e Orient)". Probabilmente perchè i paesi arabi che le posseggono fanno parte della coalizione anti Is.

I giornalisti possono scrivere articoli e scattare foto, ma li devono sempre firmare e comunque devono avvertire l'ufficio media dei reportage che intendono fare. Possono anche avere blog e interagire sui social media, ma devono fornire tutti i dati dei loro account. Ogni violazione delle regole porta alla sospensione del giornalista, che dovrà rispondere delle violazioni. Infine, viene specificato che "le regole non sono definitive e possono cambiare in ogni momento a seconda delle circostanze, del grado di collaborazione dei giornalisti e del loro impegno verso i fratelli dell'ufficio media " dell'Is.

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