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Tiani (Siap): ''Riforma relazioni sindacali e rinnovo contratto poliziotti non più rinviabili''

14 settembre 2021 | 19.41
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'pluralismo e indipendenza sindacato da politica valori irrinunciabili'

Tiani (Siap): ''Riforma relazioni sindacali e rinnovo contratto poliziotti non più rinviabili''

"Signori ministri la riforma delle relazioni sindacali e dell’articolo 35 non è più rinviabile, lo strumento per realizzarlo è il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che va chiuso quanto prima, se ci saranno le condizioni di cui stiamo discutendo in tema di specificità e previdenza. Ringrazio i ministri Lamorgese e Brunetta per il lavoro fatto finora in questo senso". Lo ha detto il segretario generale del Siap Giuseppe Tiani nel corso della sua relazione al Convegno nazionale 'Le sfide della Sicurezza nella società che muta' nell’ambito dei lavori del IX Congresso Nazionale Siap. Al convegno hanno partecipato i ministri Luciana Lamorgese, Renato Brunetta, Andrea Orlando, l’europarlamentare Carlo Calenda e il capo della Polizia Lamberto Giannini.

"Diversamente noi, non possiamo più tacere e consentire che il caos prodotto da dichiarazioni farneticanti, da parte di chi non ha nessun titolo e rappresentanza, continui a ingenerare confusione tra i colleghi, stupore nella popolazione - ha aggiunto - Una deriva che con sempre più frequenza tracima dal ruolo e dalla funzione del sindacato di polizia, un modo di agire che fa perdere credibilità al movimento sindacale democratico che, si batte con fatica per i diritti, gli interessi e le condizioni di lavoro dei poliziotti e delle poliziotte, che offusca l’immagine della Polizia".

"Siamo convinti che il pluralismo delle idee e l’indipendenza di pensiero del sindacato di polizia dalla politica, al pari della terzietà delle funzioni attribuite ai poliziotti, siano valori irrinunciabili da salvaguardare. E’ la ragione per cui ci poniamo come argine al tentativo di frenare il lento processo di maturazione e consapevolezza delle funzioni delegate ai poliziotti, questa è la cultura su cui poggiano le nostre idee", ha spiegato.

"Noi pensiamo che il bagaglio culturale, professionale e di trasparenza dei corpi di polizia, introdotto con la legge di riforma debba diventare patrimonio di ogni operatore, ma agli stessi va riconosciuta dignità professionale e riconoscimento sociale e politico, al pari di altre categorie professionali o dei corpi di polizia dei paesi più avanzati dell’Unione Europea - ha aggiunto - Questo chiediamo alla politica con la P maiuscola, quella nobile e alta, quella che ha il senso dello Stato e il rispetto dei grandi valori umani e civili".

"Credo sia noto a tutti il continuo tentativo di erosione e sovrapposizione delle nostre funzioni, il nostro ruolo non può essere appiattito o svilito, chi è preposto al governo deve fare delle scelte, diversamente si creano disfunzioni e inefficienze che, a seconda degli ambiti in cui sono prodotte, favoriscono le degenerazioni - ha sottolineato Tiani - Un modo di gestire un comparto delicato dello Stato, che dobbiamo lasciarci alle spalle, al pari della sub cultura dell’autoritarismo, della sicurezza pubblica affidata ai privati, dei sindaci sceriffo e del neocorporativismo, metodi e modelli che vanno consegnati alla storia".

"Da circa un decennio, stiamo vivendo il dramma della più grande ondata migratoria dopo quella degli anni 90’ che si riversò sulle coste pugliesi - ha aggiunto - Su questo complesso e discusso tema, anche se oggetto di contrapposizioni politiche nel dibattito pubblico, non posso esimermi dall’evidenziare che abbiamo avuto la sensazione che l’Italia, le Autorità di Pubblica Sicurezza a tutti livelli, i suoi poliziotti e il ministro dell'Interno siano stati lasciati soli a fronteggiare il fenomeno. Ciò nonostante il tema è utile vessillo del populismo politico e sindacale".

"Purtroppo oggi, lo scenario più drammatico alle nostre porte non è lo sbarco di immigrati e disperati che, sta mutando la composizione sociale della popolazione e i modi di vivere del paese, dalle dimenticate periferie rurali del meridione alle grandi aree metropolitane, ma la guerra dichiarata dal terrorismo internazionale di radice jadista alle società occidentali e al nostro credo religioso. A tutto questo non è per nulla estraneo il nostro lavoro anzi ne siamo protagonisti, la difesa della democrazia e la sicurezza dei cittadini è il compito affidato a chi ha giurato di servire la Repubblica", ha continuato.

"Ringrazio il capo della Polizia Giannini, per il silenzioso ma efficace lavoro sviluppato quando era a capo della Polizia di Prevenzione e di tutte le Digos, di cui apprezziamo la sensibilità verso le difficoltà del personale e il dialogo con il sindacato, avendo saputo cogliere sin dalle prime giornate del suo insediamento, le difficoltà del personale per le mancate tutele del nostro lavoro, sul piano operativo e dell’ordine pubblico. Così come - ha affermato infine Tiani - per le opportunità di carriera negate per oltre un decennio e solo in parte mitigate dal riordino dei ruoli, delle qualifiche e dalla riforma dei parametri stipendiali. Sono certo che attraverso il confronto, si possano trovare le giuste soluzioni per alleviare i disagi degli operatori e sostenere l’Istituzione a cui tutti noi apparteniamo".

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