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Ucraina, Montanari: "Non rinunciamo al gas, mentre i civili devono morire?"

26 aprile 2022 | 17.28
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"Le sanzioni siano a 360 gradi e si usi davvero la diplomazia'

(Afp)
(Afp)

"Dietro l'appello per la pace non c'è una posizione unica, c'è una convergenza di fondo sull'idea fondamentale che la pace è in sé irrinunciabile, che la guerra non è mai un mezzo per raggiungere un risultato e che, quindi, per quanto sia inalienabile il diritto degli ucraini di difendersi, il punto è però, cosa spetta fare a noi che non abbiamo il nemico in casa ma che potremmo, come tutta l'umanità, essere travolti da una guerra nucleare che sembra ogni giorno più vicina". Lo storico dell'arte Tomaso Montanari si sofferma con l'Adnkronos sulla situazione internazionale e, in particolare, sul conflitto Russia-Ucraina e relativo dibattito circa le scelte dell'Italia, a cinque giorni dall'iniziativa che si terrà il 2 maggio al Teatro Ghione di Roma dalle 21 alle 23,30 con una diretta streaming. Una iniziativa che segue l'appello lanciato da Michele Santoro, al quale hanno già aderito tanti intellettuali, fra cui lo stesso Montanari.

"Il punto è questo: mandare armi rischia di farci entrare in guerra - sottolinea il rettore del'Università per stranieri di Siena -. E su questo c'è tutta la strumentalizzazione del passato che è davvero fuorviante: gli alleati mandavano armi ai partigiani, ma erano già in guerra con la Germania nazista, mentre noi non siamo in guerra con la Russia e neppure ci vogliamo entrare perché non è il bene dell'Ucraina e non è il bene del mondo. Il nostro dovere, piuttosto, a mio avviso è quello di tirare fuori l'Ucraina da questa alternativa diabolica attraverso le sanzioni alla Russia, mentre di fatto stiamo facendo la guerra da tutti e due i lati, da una parte con le armi e dall'altra con i soldi. E' una follia. Noi non possiamo dire che ci stanno a cuore gli ucraini più di ogni cosa e contemporaneamente non essere disposti ad abbassare di un grado il riscaldamento. Dove sono i nostri famosi valori? Noi non vogliamo nessun danno neppure all'economia, mentre loro devono morire?".

E la diplomazia? Il nostro Paese ha dato il massimo? "Neanche per sogno - risponde senza mezzi termini Montanari -. Il ministro degli Esteri ha detto che Putin è un animale. Una cosa grottesca. Mi pare proprio che l'Italia sia del tutto assente. Per di più c'è un altro problema grosso e cioè che noi possiamo stare nelle organizzazioni internazionali in condizioni di parità, come recita l'articolo 11 della nostra Costituzione. E non è un vezzo o un atto di superbia, ma nasce da un dato di fatto: se non sei pari, comanda qualcun altro. E se nell'alleanza atlantica il pallino ce l'hanno gli Stati Uniti (e sfido chiunque a dire che non è così) che hanno un'altra Costituzione e un'altra idea, allora mi chiedo quale spazio ci sia per una Costituzione (la nostra, ndr) che afferma come la guerra sia un mezzo mai utilizzabile".

"Gli americani, invece, la guerra la utilizzano - osserva lo storico dell'arte -. Lucio Caracciolo, che non è un pericoloso comunista, sabato scorso ha scritto che l'impero americano sta facendo la guerra ai russi fino all'ultimo ucraino. E' un'espressione molto forte che rende l'idea. Ora il problema è che se è così, noi non possiamo stare dentro questa cosa, accanto all'America che sta facendo la guerra alla Russia fino all'ultimo ucraino perché la nostra Costituzione ce lo impedisce e anche per buon senso visto che l'interesse dell'Europa in questo momento diverge da quello degli Stati Uniti: la guerra non è a casa loro, ma è a casa nostra!".

"Non è, quindi, solo questione di principio, ma anche di lucidità. In questa situazione cuore e testa vanno nella stessa direzione. Il Papa - fa notare Montanari - sta dicendo la stessa cosa. Questo è un caso in cui i principi coincidono con la razionalità intesa come istinto di sopravvivenza globale dell'umanità. Ma bisogna rendersi conto in tempo di quello che può accadere. Nel film 'Don't Look Up' tutti i governi del mondo negano che sta per arrivare sulla terra un meteorite per evitare il panico. E la gente comincia a crederci solo quando lo vede nel cielo, ma a quel punto è troppo tardi. Per la terza guerra mondiale vale lo stesso. Quand'è che la gente scenderà in piazza per salvare la pelle? Quando sarà troppo tardi?".

"Capisco chi ha detto che la mia è una posizione da salotto - rimarca Montanari - ma bisogna tener presente che è una posizione da salotto anche quella di chi manda gli ucraini a farsi massacrare restando a casa propria. Chi dice che vuole la guerra, la vuole con i corpi degli altri. Chi dice che vuole la pace, la vuole per i corpi degli altri, ma l'obiezione più radicale è che il nostro salotto potrebbe essere spazzato via dal fuoco nucleare.Insomma, c'è il diritto ad avere paura e credo sia davvero un irresponsabile chi non ce l'ha", conclude.

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