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Viareggio, si barrica in casa e spara: bloccato dai Nocs

19 gennaio 2022 | 15.36
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Arrestato sia il padre che il figlio per tentato omicidio di un vigile del fuoco che è stato ferito. Non è ancora chiaro chi dei due abbia sparato il colpo

Foto dalla Questura di Lucca
Foto dalla Questura di Lucca

Ha sparato dopo che la polizia municipale si era presentata alla sua abitazione. Poi, per oltre otto ore si è barricato in casa in compagnia dell'anziano padre, uscendo e rientrando dalla terrazza per urlare frasi senza senso e minacce di morte.

Per mettere fine alla vicenda dell'uomo asserragliato a Torre del Lago, frazione del comune di Viareggio in provincia di Lucca, sono arrivati da Roma gli agenti del Nocs, il Nucleo operativo centrale di sicurezza, il reparto speciale della polizia per le operazioni ad alto rischio. L'operazione, con il blitz dei Nocs, si è conclusa alle ore 21.49. Padre e figlio sono stati bloccati.

In tarda serata la Procura di Lucca ha disposto l'arresto per tentato omicidio in concorso sia del figlio, 44 anni, che del padre, 89 anni. La polizia ha sequestrato anche la pistola con cui sono stati sparati i due colpi: si tratta di una Galesi modello 1930 calibro 6,35. Entrambi sono accusati anche di detenzione abusiva di arma.

Secondo quanto spiegato dalla polizia, l'uomo intorno alle 13 si è rifiutato di aprire ai vigili urbani, recatisi nella sua abitazione in via Bohème per l'applicazione di un trattamento sanitario obbligatorio (Tso). Mentre i vigili del fuoco, chiamati apposta, stavano aprendo la porta, qualcuno avrebbe esploso due colpi di pistola calibro 22, detenuta illegalmente, attraverso la porta. Le indagini sono in corso per capire chi, tra il padre e il figlio, abbia sparato al vigile del fuoco ad altezza uomo.

Il pompiere è stato colpito, ma il colpo era stato attutito dalla porta. Trasportato all'ospedale Versilia, i sanitari gli hanno riscontrato un'abrasione al braccio e una contusione al costato con una prognosi di dieci giorni.

Subito dopo l'uomo, che soffre da tempo di disturbi psichiatrici e che è stato anche ricoverato in casa di cura, si è barricato in casa con il padre, 89 anni, un ex carabiniere. Gli agenti hanno cercato di convincere l'uomo a uscire disarmato dalla casa, dove si era asserragliato ma le trattative andate avanti per ore non hanno portato a niente. Nel frattempo nell'abitazione erano stati staccati luce e gas.

L'uomo di tanto in tanto si è affacciato alla finestra o in terrazza gridando "Vi ammazzo tutti", "Venite che vi sparo in testa, uno ad uno" e pronunciando altre frasi sconnesse come "Resto qui finché non verrà votato il nuovo presidente della Repubblica". Negli ultimi tempi G. R., secondo quanto si è appreso, avrebbe avuto comportamenti aggressivi e minacciosi nei confronti di alcune persone, anche vicini di casa, ragione per cui, considerando il suo stato mentale, era stato disposto il Tso.

Già in passato il 44enne era stato sottoposto al Tso ed era stato ricoverato: tempo fa aveva lavorato come barelliere presso l'ospedale Santa Chiara di Pisa, da cui poi venne licenziato. In seguito alla morte della madre, sarebbe caduto in una grave crisi depressiva.

Fin dal primo pomeriggio la polizia ha cinturato la zona intorno all'abitazione di via Bohème, chiudendo la viabilità in entrata ed in uscita. Una scuola dell'infanzia che si trova nelle vicinanze è stata fatta evacuare dalle forze dell'ordine per precauzione. I vicini di casa e gli abitanti di Torre del Lago hanno raccontato che l'uomo per strada fermava spesso i passanti pronunciando frasi farneticanti tipo "Io salverò il mondo perché io sono Dio". Nei giorni scorsi avrebbe anche minacciato delle persone.

Il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia, attraverso il comandante dei vigili del fuoco di Lucca, l'ingegner Calogero Daidone, si spiega in una nota, "ha potuto raggiungere telefonicamente M. A. F., protagonista di questo increscioso episodio. Il caposquadra era ancora un po' emotivamente scosso per la piega che l'evento avrebbe potuto prendere, ma per fortuna molto presente a sé stesso". "Dalla sua viva voce ho appreso che il proiettile, esploso da una pistola calibro 22, lo ha colpito al petto dopo avere attraversato la porta che, con i colleghi e in supporto della polizia locale, stava cercando di aprire - spiega Sibilia - Grazie a Dio ha avvertito solo un forte bruciore ma non ha subito ferite. Ho consigliato al caposquadra di prendersi tutto il tempo necessario per recuperare. Accanto a lui in questo momento difficile, che per fortuna non ha avuto conseguenze ben più gravi, c'erano la moglie Laura e le due figlie, alle quali ho potuto portare il saluto e la vicinanza di tutto il Corpo Nazionale".

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