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Virus, Sileri: "Tamponi su 55 italiani rientrati tutti negativi"

"I test, come già previsto, verranno ripetuti". Spallanzani: "Italiano positivo in buone condizioni generali". In Cina 637 morti e oltre 31mila contagi

(Afp)
(Afp)
07 febbraio 2020 | 11.07
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"Sono tutti negativi, al momento, i tamponi fatti sui 55 italiani" rientrati dalla Cina lunedì e attualmente ospiti alla Cecchignola, a Roma, per la quarantena. Lo assicura all'Adnkronos Salute il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, sottolineando l'improbabilità di contagi all'interno del gruppo delle persone rientrate con il volo di Stato dalla Cina, accompagnati proprio dal viceministro.

"Si tratta di test che, come già previsto, verranno ripetuti. Dovrebbero essere rifatti tra 3 giorni, come da programma. Ovviamente, anche alle luce della positività del 56esimo ospite della Cecchignola il cui tampone era risultato positivo, potrebbe essere rivista la tempistica dei controlli", aggiunge Sileri. "Sono stati seguiti protocolli molto scrupolosi, con contatti limitati e protezioni adeguate", conferma.

Sull'aereo di Stato che ha riportato gli italiani dalla 'zona rossa' dell'epidemia da coronavirus "abbiamo viaggiato protetti: mascherina, calzari, tuta di protezione specifica" spiega Sileri che rassicura e considera assai ridotta la possibilità di ulteriori contagi dopo il caso di positività al virus in uno degli italiani rientrati.

"Sono state utilizzate tutte le misure protettive del caso e i controlli sono periodici. Inoltre, in base all'evoluzione dell'epidemia, vengono adeguate le misure stesse. Dobbiamo ricordare che il virus non circola in Italia: abbiamo due casi dei turisti cinesi che si erano infettati nella zona dell'epidemia e il caso dell'italiano, sempre infettato nell'area di contagio. Al momento sono da considerare a rischio solo le persone che hanno transitato a Wuhan e nella provincia Hubei", conclude.

REZZA: "MOLTO BASSA PROBABILITÀ CONTAGI DA ITALIANO" - Il giovane paziente emiliano ricoverato da ieri in isolamento allo Spallanzani per contagio da nuovo coronavirus cinese "è stato individuato nel momento in cui si manifestavano i primi sintomi. Non era dunque asintomatico" sottolinea il direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza. Già ieri sera l'Iss aveva segnalato che il paziente presentava "modesto rialzo termico e iperemia congiuntivale".

Rezza spiega che "è molto bassa la probabilità che il primo italiano infettato dal nuovo coronavirus abbia contagiato le altre persone in quarantena alla Cecchignola. Possiamo dire quasi improbabile. Si tratta di un paziente che è stato al centro dell'epidemia, in Cina, e che è stato sottoposto ad un protocollo stringente". "Voglio sottolineare l'efficacia del protocollo dell'unità militare attuato alla Cecchignola: un sistema - continua Rezza - che ha consentito di identificare con estrema tempestività l'infezione alla comparsa dei sintomi. Siamo stati rapidissimi, e alla Cecchignola sono state osservate tutte le precauzioni, come mascherine e guanti. Insomma, il mio vuol essere un elogio ai militari del dottor Lista per aver permesso una rilevazione tanto rapida, e un immediato e più stretto isolamento".

BASSETTI: "RISCHIO QUARANTENA COSTANTE" - Ma per i connazionali tornati dalla Cina e isolati nella città militare della Cecchignola a Roma "c'è il rischio di una quarantena costante, visto che uno di loro è risultato positivo al coronavirus". Lo afferma all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, virologo e presidente della Società italiana terapia anti-infettiva (Sita), che non nasconde qualche perplessità. "Non riesco a capire chi prende alcune decisioni che trovo assurde - prosegue Bassetti - E' chiaro che non le stanno prendendo i medici, visto che una circolare del ministero degli Interni prevede che i vigili urbani di Genova abbiano in dotazione 3000 mascherine nel caso dovessero avere contatti con una persona positiva. Tutto assurdo: se c'è un caso sospetto ci andranno i medici con un'ambulanza".

"Mi devono spiegare - rimarca Bassetti - perché fino al giorno prima chi tornava dalle zone a rischio della Cina non andava in quarantena e poi è scattata la misura. Esiste un isolamento fiduciario a domicilio, così ogni potenziale contatto rimane confinato in casa. Perché - si chiede - non è stato messo in atto?". "Io non so come sia stata organizzata la quarantena alla Cecchignola, ma queste 56 persone hanno avuto contatti tra di loro? - conclude il virologo - Il rischio di questo primo caso positivo è che si riparta nel conteggio dei giorni di isolamento da zero, e così non si finirà mai perché se ci saranno altri casi - avverte - quale giorno consideriamo per contare i 15 giorni che servono per escludere il rischio?".

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