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Welfare: Emanuele, Stato e Governo non più capaci di dare risposte a cittadini

13 maggio 2015 | 00.00
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Convegno a Palazzo Sciarra sul 'Welfare civile' alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino

Welfare: Emanuele, Stato e Governo non più capaci di dare risposte a cittadini

"Il sindaco Marino mi ha fatto grandi complimenti. Lo ringrazio. Perchè ha voluto testimoniare, pubblicamente, la sua condivisione ad una strada che ormai percorro da dieci anni con grande difficoltà, a volte, grande ostilità perchè il pubblico non sempre apprezza il privato, e tanto meno il privato sociale, perchè probabilmente vede nel privato sociale la cattiva coscienza di ciò che non fa. Stato e Governo, e lo dico con amarezza, sulla tematica che riguarda il welfare non sono più un grado di dare risposte". Così l'avvocato Emmanuele Emanuele, presidente della Fondazione Roma, promotrice del convegno su: "Sviluppo delle comunità locali: il ruolo del welfare civile", oggi a Roma a Palazzo Sciarra, a cui ha partecipato, tra gli altri il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Emanuele ha elencato alcuni dei problemi in cui versa lo Stato italiano. "Problemi legati al debito pubblico, alla crescita zero, al Pil in caduta, al dramma dell'occupazione che colpisce soprattutto le classi più giovani. Tutto questo spiega perchè lo Stato non abbia più quelle potenzialità per potere intervenire, come una volta, significativamente nel settore del welfare - ha proseguito Emmanuele Emanuele- quello che un tempo è stato il fiore all'occhiello della nostra società. Credo, fortemente, che questo campo debba essere occupato, legittimamente, giustamente, dalla società civile verso la quale da tempo mi rivolgo e per la quale ho coniato il termine di terzo pilastro".

"Occorre naturalmente un intervento 'costituzionale' - ha aggiunto - che permetta ai cittadini di reclamare, nel caso in cui lo Stato con le sue espressioni locali non sono in grado di rispondere alle istanze e ai bisogni della collettività, di poterlo fare direttamente, tranquillamente e senza problemi".

Nel corso dell'incontro è stato presentato il progetto denominato "Wel. com.E" (Welfare for community empowerment), integralmente sostenuto dalla Fondazione Roma e realizzato, con una serie di interventi, nell'area di Castel di Guido vicino Roma. E' stato realizzato un laboratorio civico per la riqualificazione del territorio, creata l'associazione di promozione sociale 'Castel di Guido borgo solidale' che ha realizzato attività di agricoltura civile e sociale con il coinvolgimento degli ospiti della comunità terapeutica, già presente a Castel di Guido, creato uno spazio museale aperto al pubblico. E infine, tra i progetti sul territorio: l'avvio di una mappa della viabilità interna con l'indicazione di percorsi carrabili, cavalcabili, pedonali, ciclabili.

"Il modello di welfare che da tempo sto proponendo - ha spiegato ancora Emmanuele Emanuele - si fonda sul necessario ridimensionamento dello Stato sotto il profilo della gestione dei servizi e dei beni comuni e sul mantenimento, al contrario della funzione legata alle linee programmatiche di indirizzo ma anche all'opportunità di svolgere controlli circa la corretta attuazione dell'operato svolto dal terzo pilastro nella gestione e nella risposta ai bisogni collettivi".

"A mio avviso bisogna sostenere e sollecitare -ha proseguito- la libera iniziativa delle persone nello sviluppare l'autopromozione di gruppi e associazione, nello scommettere su risorse scarse sapendo però estrarne il valore, puntando anche sulla differenza dei singoli territori come arricchimento delle relazioni".

Secondo Emanuele, dunque, bisogna "ridurre proporzionalmente i compiti gestori dello Stato per dare finalmente attuazione all'articolo 118 della Costituzione, tanto citato, quanto negletto e inattuato". Perchè si realizzi, concretamente, il processo di collaborazione e di interventi attivi del 'terzo pilastro', secondo il presidente della Fondazione Roma occorre che si verifichino alcune condizioni preliminari e di contesto.

"Il terzo pilastro deve svincolarsi dalla dipendenza dal ruolo di semplice gestore di servizi per conto del soggetto pubblico per assumere quello di protagonista propositivo e di motore del nuovo sistema. Deve intervenire in modo attivo al cambiamento culturale per accompagnare la trasformazione del sistema di protezione civile". Per ciò che riguarda la parte pubblica, secondo Emanuele "serve che non guardi più con diffidenza e ostilità il mondo del no profit, ma che lo sostenga e lo accompagni nel suo percorso di assunzione di maggiori responsabilità dirette anche creando un contesto normativo chiaro che limiti gli abusi e primi le eccellenze".

"Il disegno di legge delega sulla riforma del Terzo settore, presentato dal governo - ha sostenuto - sembra andare nella direzione giusta purchè non riemerga, quando si dovranno redigere le norme attuative, lo spirito burocratico e la presunzione di avere il monopolio della gestione degli interessi generali che tanti danni hanno prodotto nel passato del nostro Paese".

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