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Whirlpool Napoli, da gruppo no a passo indietro

27 novembre 2019 | 20.05
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(Fotogramma)
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Resta tesa e difficile la trattativa con cui governo e sindacati cercano di evitare la cessione del sito Whirlpool di Napoli. Alla ripresa del confronto al Mise, infatti, a un mese dall'annuncio del congelamento delle operazioni di vendita della fabbrica di lavatrici d'alta gamma che avrebbe ipotecato il futuro di 420 lavoratori, la posizione della multinazionale resta quella di sempre: il sito di Napoli non è sostenibile e vanno trovate soluzioni alternative, avrebbe spiegato l'ad Whirlpool Italia, Luigi La Morgia secondo quanto riferito dai sindacati presenti al tavolo di confronto.

"Non abbiamo mai detto che avremmo disdettato il piano, ma solo che abbiamo delle difficoltà a garantire la sostenibilità della produzione di lavatrici a Napoli. La garantiremo certo fino a marzo e siamo anche disposti a discuterne ma ad oggi, l’unica soluzione che garantirebbe l’occupazione è una riconversione", avrebbe spiegato la multinazionale americana ai sindacati continuando così a guardare ancora verso la soluzione di una cessione a Prs. "La società è ancora disponibile e garantirebbe tutti i lavoratori e noi non possiamo rimanere a Napoli, abbiamo difficoltà produttive", avrebbe aggiunto La Morgia declinando qualsiasi altra motivazione.

"Questa di Napoli non è una delocalizzazione e non è neppure prevista nessuna produzione in Cina di lavatrici per l’Europa", risponde ad una domanda precisa dei sindacati poco inclini alla fiducia. E' il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, comunque, ad aprire al dialogo.

"C'è bisogno di trovare una soluzione per tutti i lavoratori. Il governo è disponibile a fare qualsiasi cosa per trovare una soluzione che garantisca la compatibilità del piano industriale firmato lo scorso anno", prosegue annunciando l'avvio di una serie di tavoli tecnici e una riunione plenaria da convocare per il 20 gennaio prossimo.

"Si avvia adesso quella che considero la parte più sfidante del percorso di rilancio produttivo del sito di Napoli che dovrà vedere istituzioni, azienda e sindacati coinvolte in maniera sinergica, al fine di trovare celermente una soluzione industriale definitiva in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento e tutelare i lavoratori, anche attraverso gli strumenti già messi a disposizione dal Governo e altri che potranno essere individuati prossimamente”, prosegue ancora Patuanelli.

Ma il calendario messo a punto a fine riunione lascia perplessa la multinazionale americana che ha garantito la continuità produttiva fino a marzo e che si sarebbe dunque aspettata una convocazione più a stretto giro di posta, magari prima delle feste di Natale, per fare il punto. "Speriamo di poter anticipare i tempi", dicono.

Vertenza dunque ancora in stallo. E i sindacati rinnovano le richieste di rispetto dell'accordo del 25 ottobre dello scorso anno sottoscritto da Whirlpool al Mise."Non ci sono soluzioni fuori da quell’accordo e siamo sì disponibili al confronto per trovare soluzioni ma solo all’interno degli impegni sottoscritti con azienda e governo", spiega Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom che ribadisce come il sindacato non sia più disposto "a credere alla favola della riconversione, vertenze recenti dimostrano che spesso si scrive 'riconversione' ma si legge 'chiusura' ".

E ad invocare il rispetto dell'accordo anche l'Ugl metalmeccanici per bocca di Antonio Spera che però guarda anche all'accordo di programma, pari a 20 milioni di euro, a cui si è dichiarato disponibile il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mirato alla formazione e alla ricerca scientifica per sostenere il sito di Napoli come ad una occasione da non perdere. Rispetto dell'accordo invocato anche dalla Fim: "L'intesa del 2018 è nata con l’obiettivo di tenere insieme tutti gli stabilimenti italiani di Whirlpool e deve essere confermata in tutti gli aspetti industriali e di investimento", ripete ancora il segretario nazionale, Alessandra Damiani.

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