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Whirlpool, Tribunale Napoli rigetta ricorso: via a licenziamenti

04 novembre 2021 | 09.09
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Emessa la sentenza sul ricorso presentato da Fim Fiom e Uil per attività antisindacale del gruppo

Whirlpool, Tribunale Napoli rigetta ricorso: via a licenziamenti

Il Tribunale di Napoli rigetta il ricorso per condotta antisindacale presentata da Fim Fiom e Uilm nei confronti di Whrilpool per la chiusura del sito di via Argine rendendo così di fatto esigibile il licenziamento dei 320 lavoratori dello stabilimento campano. La sentenza è arrivata questa mattina a poche ore dall'inizio dell'assemblea convocata dai sindacati al sito di Napoli e appoggiata da 2 ore di sciopero a fine turno dello stabilimento di Cassinetta a Varese dopo l'ultima fumata nera al Mise che nei giorni scorsi non era riuscito a trovare la quadra per garantire la continuità occupazionale dei lavoratori. L'azienda aveva perciò cominciato ad inviare, ieri, le prime lettere di licenziamento, confermando fino a fine novembre anche l'incentivo di 85mila euro per l'esodo volontario la possibilità di mantenere il posto con il trasferimento a Varese presso il sito di Cassinetta.

In uno dei passaggi della sentenza si legge che "deve ritenersi che non sia espressione di antisindacalità" il comportamento avuto dalla resistente, che non ha proseguito sin dal maggio del 2019 negli investimenti, così come previsto dal piano, e che ha cessato l’attività produttiva nel sito dal primo novembre 2020. Si tratta di "estrinsecazione del diritto di libertà di iniziativa economica previsto in Costituzione che, sebbene possa subire limiti per esigenze di carattere sociale, non può essere vincolato se non per volontà dell’avente diritto".

Il tribunale di Napoli annota come non solo "appaia plausibile il sensibile discostamento dalle stime di crescita previste", a giustificazione della chiusura del sito di via Argine, ma anche come in tema di mantenimento dei livelli di occupazione, prima di procedere ai licenziamenti coltettivi, la multinazionale abbia fatto la sua parte. "Risulta che la società, al fine di mantenere i livelli occupazionali si sia attivata nell’agosto del 2019 nel ricercare soluzioni, coinvolgendo i sindacati, mediante la cessione del ramo di azienda anche con la riconversione aziendale. L’essersi adeguata poi, al diniego manifestato dai lavoratori e dai sindacati, di certo evidenzia la correttezza delle relazioni sindacali ed il peso che le Sigle ricorrenti hanno avuto nelle trattative", si legge nella sentenza che ricorda le iniziali trattative, poi naufragate, con la Prs, azienda per la produzione di container refrigerati.

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