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Bilanci di sostenibilità sempre più complessi, l'AI cambia tutto

Convegno 'Le strade della sostenibilità'
Convegno 'Le strade della sostenibilità'
17 aprile 2024 | 16.29
LETTURA: 4 minuti

Come leggere un Bilancio di sostenibilità? La domanda non è da poco, se consideriamo che questi documenti, strumenti fondamentali in mano alle aziende per comunicare all’esterno il proprio impegno dal punto di vista ambientale e sociale, sono sempre più complessi. Pagine e pagine di dati, grafici, numeri, dove l’informazione si perde, e con essa chi prova a consultarli.

Ma viene in soccorso l’intelligenza artificiale, che promette di rivoluzionare come ci si approccia alla lettura di tali Bilanci, chiunque sia il soggetto interessato.

Lo hanno spiegato Livio Livi, founder di SostenibileOggi.it e Giulio Cupini, partner Ad Maoira e cofounder di Deliverti, in occasione dell’evento ‘Le nuove strade della sostenibilità’ che si è tenuto a Roma presso il Palazzo dell’Informazione Adnkronos.

Dal vecchio ‘libro’ alla conversazione con l’intelligenza artificiale

Il Bilancio di sostenibilità ormai non è più uno strumento nuovo per comunicare e rendicontare le attività delle aziende, anche se in Italia c’è ancora molto da fare al riguardo.

Ma oggi come oggi, l’utente si trova davanti un contenitore organizzato come il classico libro, con tanto di indice, e deve scartabellare e sfogliare pagine su pagine – on line oppure, scelta molto poco sostenibile ma a volte dettata dalla ‘disperazione’, dopo averle stampate – alla ricerca del dato che gli interessa.

E proprio il dato è il protagonista, l’informazione che esso racchiude e che richiede alle aziende un percorso interno per poterlo ricavare e poi comunicare all’esterno. Uno sforzo “imponente’’, ha sottolineato Livi, che rischia di essere vano per l’illeggibilità e la complessità dei Bilanci.

Infatti, come ha evidenziato Cupini, sulla differenza tra comunicato e percepito c’è una responsabilità dell’azienda, perché quello che viene raccontato in ottica di sostenibilità rimane chiuso in documento difficile da leggere, poco accessibile, e dunque il pubblico ne trae una visione distorta.

Il punto, perciò, è partire dal dato e renderlo più fruibile e comprensibile. Con questo obiettivo in mente, Cupini e Livi hanno unito sostenibilità e AI per creare un sistema che cambierà tutto il modo di avvicinarsi ai Bilanci di sostenibilità.

Il fulcro è l’intelligenza artificiale per antonomasia, Chat GPT, messo al servizio di un singolo bilancio e grazie a cui le persone possono consultare il Bilancio stesso come in una conversazione, piuttosto che andare a cercare la tale pagina o il tale paragrafo rischiando di perdersi in un mare magnum di dati, grafici, tabelle e rendicontazioni.

Un approccio totalmente diverso e dai molteplici vantaggi: l’utente trova le cose più rapidamente, e soprattutto in maniera personalizzata, come ha evidenziato Cupini: “Se sono un giornalista, chiederò al sistema cosa mi interessa di più, se sono una scuola posso chiedere a Chat GPT di spiegare le cose più importanti dell’azienda in modo semplice”. Allo stesso modo, un decisore politico e un cittadino cercheranno cose diverse.

Ha ribadito Livi: “Uno dei parametri della sostenibilità è la capacità di indirizzarsi alle singole persone che entrano in relazione con l’azienda; quindi, deve adattarsi alle caratteristiche della singola persona”.

Ecco perché l’interfaccia del nuovo sistema non è più un libro, ha continuato Livi: “In comunicazione digitale non c’è nemmeno un indice, c’è una stringa di ricerca come su Google. Cosa vuoi sapere? Lo cerchi e sei libero di spaziare in base ai tuoi interessi. Chi si interfaccia deve avere le informazioni in modo veloce, chiaro, dettagliato, preciso”, e a monte deve essere riconosciuto come utente digitale e non fisico.

Un’esperienza personalizzata utile all’utente e anche alle aziende

Un bel cambio, ma non è questa l’unica novità. Un altro aspetto molto importante è che l’utente in base a ciò che cerca potrà avere dall’azienda le informazioni pertinenti, e in questo modo potrà costruirsi una esperienza personalizzata, aggiungere i risultati alla sua dashboard e crearsi così un proprio personale Bilancio di sostenibilità rispetto alla tale azienda.

L’utente può anche lasciare la mail per ricevere aggiornamenti sugli argomenti di interesse; si crea in questo modo una relazione che modifica la comunicazione come intesa e concepita finora.

Ne guadagnano anche le aziende, che innanzitutto potranno veicolare più efficacemente e in modo più chiaro il proprio impegno sociale e ambientale. Infatti i contenuti gestiti dall’AI, svincolati dal classico pdf che ‘muore in se stesso’, sono indicizzabili. Questo vuol dire che le aziende potranno offrire il proprio punto di vista e le proprie informazioni proprio laddove il pubblico li cerca principalmente: in rete.

E guadagnano anche dalla tracciabilità del dato di ricerca, che altrimenti sarebbe – come è stato finora- impossibile. Attualmente infatti l’utente scarica il pdf del Bilancio di sostenibilità e l’azienda non ha modo di sapere perché e cosa vada cercando.

Col sistema basato sull’AI invece, ha spiegato Cupini, è possibile analizzare le ricerche fatte e dunque capire gli aspetti di maggior interesse per i vari stakeholder.

Tutti elementi che non potranno che portare vantaggi a 360 gradi: alle imprese e a chi debba o voglia consultare i Bilanci di sostenibilità per ragioni professionali o da privato cittadino, per valutare se il brand sia in linea con i propri valori e interessi.

Non dimentichiamo infatti che sui Bilanci di sostenibilità grava sempre il sospetto di greenwashing, e che per questo motivo trasparenza e affidabilità sono fondamentali nelle azioni messe in campo e nel modo in cui vengono comunicate da parte delle imprese. Una sfida in cui anche l’Ai può giocare un ruolo importante, a tutti i livelli.

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